Nel suo rapporto mensile, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) ha stimato il prezzo medio del petrolio algerino, Sahara Blend, a 82,36 dollari al barile per i primi undici mesi del 2024 (da gennaio a novembre). Questa cifra segna un leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2023, quando raggiunse gli 84,05 dollari al barile. Separatamente, l’OPEC ha abbassato le sue previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per la quinta volta consecutiva quest’anno.
Secondo il rapporto, nel novembre 2024, Sahara Blend si attestava a 74,90 dollari al barile, rispetto ai 77,53 dollari di ottobre e ai 76,21 dollari di settembre, registrando un calo di 2,63 dollari al barile (-3,4%). Per fare un confronto, il prezzo medio del petrolio algerino per l’anno 2023 è stato di circa 83,64 dollari al barile, rispetto ai 104,24 dollari dello stesso periodo del 2022.
Il rapporto menziona inoltre che il prezzo medio del paniere OPEC per il periodo è pari a 80,49 dollari al barile, in aumento rispetto agli 83,28 dollari del 2023, mentre il Brent del Mare del Nord si attesta a 81,25 dollari, leggermente inferiore agli 82,95 dollari registrati l’anno precedente. Sahara Blend, invece, mantiene un vantaggio positivo di 1,11 dollari sul Brent.
Tra i petroli più costosi nel paniere dell’Opec, il “Bonny Light” della Nigeria è primo con 82,92 dollari al barile, seguito dallo “Zafiro” della Guinea Equatoriale con 82,74 dollari. La Miscela Sahara Algerina occupa la terza posizione in questa classifica.
Stabilità della produzione petrolifera algerina e impegno nell’accordo di riduzione
La produzione petrolifera algerina ha registrato una relativa stabilità, con un leggero aumento registrato a novembre. Secondo le stime dell’OPEC, la produzione dell’Algeria ha raggiunto i 910.000 barili al giorno a novembre, rispetto ai 909.000 barili al giorno di ottobre e settembre, e ai 910.000 barili al giorno di agosto. Questo livello di produzione rientra negli impegni dell’Algeria in termini di riduzione volontaria della produzione, in conformità con l’accordo di cooperazione e partenariato dell’OPEC.
A livello globale, la produzione nei paesi membri dell’OPEC ha raggiunto i 14,008 milioni di barili al giorno a novembre, rispetto ai 13,788 milioni di barili al giorno di ottobre e ai 14,066 milioni di settembre. Inoltre, la produzione totale del più ampio gruppo OPEC+ è stata pari a 40,665 milioni di barili al giorno a novembre, rispetto ai 40,342 milioni di ottobre.
L’OPEC ha annunciato un’ulteriore riduzione delle previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per il 2024, segnando il quinto aggiustamento consecutivo da agosto. Nel rapporto di dicembre, l’organizzazione prevedeva un aumento della domanda di 1,61 milioni di barili al giorno, un calo di 210.000 barili al giorno rispetto alle previsioni di novembre, che prevedevano un aumento di 1,82 milioni di barili al giorno.
Si tratta del più grande aggiustamento al ribasso effettuato dall’OPEC quest’anno. A luglio l’organizzazione prevedeva un aumento di 2,25 milioni di barili al giorno. I cali più significativi si registrano nel terzo trimestre del 2024, a causa del rallentamento della domanda in Cina, India, Medio Oriente, nonché in diversi paesi dell’Asia e dell’Africa.
Per la Cina, uno dei principali motori del consumo globale, la previsione è stata rivista a 430.000 barili al giorno, con una riduzione di 330.000 barili al giorno rispetto alle stime di luglio.
Morgan Stanley alza le previsioni sul prezzo del Brent nel 2025
Morgan Stanley ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul prezzo del petrolio, prevedendo un prezzo medio del Brent di 70 dollari al barile durante la seconda metà del 2025, rispetto alle sue stime precedenti comprese tra 66 e 68 dollari al barile.
Questa revisione al rialzo delle previsioni è dovuta alla prevista riduzione del surplus petrolifero, conseguenza della decisione presa dall’alleanza OPEC+ di ritardare i piani di aumento della produzione e di rallentare il ritmo di questo aumento.
È importante sottolineare che l’OPEC+, una coalizione che comprende membri dell’OPEC e paesi alleati come la Russia, ha annunciato il rinvio di tre mesi degli aumenti di produzione pianificati, con l’inizio dell’attuazione previsto nell’aprile 2025. Il gruppo ha inoltre chiarito che le attuali riduzioni di produzione saranno gradualmente eliminate entro Settembre 2026, nove mesi di ritardo rispetto al programma iniziale.
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