Processato a Perpignan per l’omicidio dell’uomo che lo ospitava: “Vieni presto”, l’agonia insopportabile della vittima al telefono

Processato a Perpignan per l’omicidio dell’uomo che lo ospitava: “Vieni presto”, l’agonia insopportabile della vittima al telefono
Processato a Perpignan per l’omicidio dell’uomo che lo ospitava: “Vieni presto”, l’agonia insopportabile della vittima al telefono
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Stéphane Jobard è sotto processo davanti alla Corte d’assise dei Pirenei orientali per aver accoltellato a morte Benoit Tahoces nel marzo 2021 nella sua casa di Ille-sur-Têt. Nel secondo giorno del processo, questo venerdì 13 dicembre 2024, il presidente ha rivelato la trascrizione dell’ultima chiamata della vittima ai servizi di emergenza. Prima che venisse scoperta senza vita 45 minuti dopo.

La corte d’assise trattiene il fiato, paralizzata dalla paura per un macabro conto alla rovescia. Immagina Benoit Tahoces, aggrappato disperatamente al suo telefono. E di rivivere quest’ultima e terribile richiesta di aiuto di cui il presidente legge la trascrizione.

Il 29 marzo 2021, alle 4 ore e una manciata di minuti, l’uomo, gravemente ferito, ha allertato personalmente i vigili del fuoco. “30 rue des Orangers. A Ille ho dato rifugio a qualcuno che credevo fosse un amico, mi ha piantato un coltello nel cuore”[…] “Sta sanguinando?” “Non vedo, sono al buio. Venite presto, dobbiamo sfondare la porta […] Oh cielo, sto per svenire.”[…] “L’aggressore se n’è andato?” “Sono di sopra, lui è ancora lì.“ Le parole staccate sono intervallate da sospiri. “Stanno arrivando i pompieri, signore. Ti metterò in contatto con la SAMU.”

Il messaggio di attesa si ripete ciclicamente. Fino a quando un operatore SAMU non subentrerà, “Non riesco a respirare” gli confida il ferito. Nuovo messaggio di attesa… Poi un medico continua: “Non riesci a respirare?” “NO”. […] “Arrivano gli aiuti, signore.” “Devono venire in fretta, mi spaventa”. “Chi ti spaventa?” Alla fine della linea, Benoit Tahoces soffoca e non risponde più.

Pochi istanti dopo, però, riprende in mano il cellulare. “Salve signore. È la polizia.” “Vieni presto.” “Dov’è il signore che ti ha pugnalato?” “Al primo piano.” “Penso che se ne sia andato, è ubriaco” “Come si chiama?” “Stéphane Jobard”. “Non muoverti eh, arriviamo” […] “Aspetta i vigili del fuoco, arriveranno” “Va bene”. Questa sarà l’ultima parola di Benoit Tahoces.

Alle 4:19 i vigili del fuoco erano già davanti alla casa. Hanno bussato e chiamato ma nessuno ha risposto. In tempo per allertare i gendarmi come misura di sicurezza, per far entrare un gruppo di effratori come rinforzo, la porta d’ingresso è stata sfondata intorno alle 4:45. Benoit Tahoces era morto…

Belgium

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