Due uomini sono stati condannati martedì a Montauban rispettivamente a otto anni e un anno di reclusione, per violenza intenzionale in un incontro che ha portato alla morte di un ex soldato senza intenzione di provocarla. Queste condanne sono conformi a quanto richiesto martedì dal procuratore generale, nel secondo giorno del processo che si è aperto lunedì davanti al tribunale penale di Tarn-et-Garonne.
Emmanuel Cueff, ex soldato del 17° reggimento ingegneri paracadutisti di Montauban, è stato ucciso durante una rissa all'uscita di un bar, nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2021, alla presenza di sua moglie.
In udienza uno degli imputati, entrambi 23enni, ha ammesso di aver preso a pugni per due volte l'ex caporale, mentre il secondo ha negato di avergli preso a calci al petto quando la vittima era a terra.
Per Guy Debuisson, avvocato difensore, si è trattato di “uno stupido incidente”, mentre la vittima era fortemente alcolizzata con un livello di sangue superiore a due grammi per litro al momento della tragedia. “Non sono stati i pugni a uccidere Emmanuel Cueff, ma l'impatto della sua testa contro il marciapiede quando è caduto”, ha insistito l'avvocato.
Al termine dell'udienza, Séverine Cueff, la vedova del soldato, si è detta soddisfatta della sentenza emessa dai giudici: “Temevamo che il tribunale assolvesse uno degli imputati. Alla fine entrambi sono colpevoli. È una pagina di un libro che sta per finire. Con i miei figli cercheremo di ricostruirci”. “Mio marito ha servito la Francia per 17 anni e mezzo. Era una persona onesta, lontana dall'immagine che abbiamo cercato di creare di lui durante l'udienza”, ha inoltre dichiarato.