l’essenziale
Organizzata da Save the Heritage di Pompignan e dal suo presidente John Dumoutier, la serata di racconto del Quercy è stata un successo.
Il cantastorie Clément Bouscarel, berretto nero in testa e gesti larghi, originario di Creysse, nell’alto Quercy – “il più bel villaggio di Francia”, secondo Clément – ha avuto il tutto esaurito venerdì 6 dicembre, mescolando eletti ( La signora Nègre, il signor Belloc, i sindaci dei dintorni), membri di associazioni e altri membri del pubblico, tra cui padre Passerat. Il talentuoso e impegnato narratore ha condotto magistralmente i suoi ascoltatori dai tempi antichi al presente, dal mondo dei folletti a quello della situazione dei contadini dal passato ad oggi. Abile ed empatico come il musicista leader dei lupi in uno dei suoi racconti, ha portato il suo pubblico dalla risata all’emozione, dal brivido alla riflessione, in una miscela a volte poetica, a volte truculenta di francese e occitano, che è riuscito a rendere comprensibile per gli spettatori non bilingui. Al suo fianco, anche una bellissima attrice, installata su un panchetto, ha avuto un ruolo importante durante tutta la serata, il suo cane “Luna”, il muso appuntito, lo sguardo vivace e le parole sussurrate all’orecchio del suo umano, come giustamente si chiamava Clemente. . Per tutta la serata ha ripetuto questo ritornello: “Dobbiamo incontrarci, dobbiamo parlarci, fare le cose insieme invece di…”, ed ecco che le sue dita si muovevano su un cellulare invisibile ma molto presente! La sua storia di un villaggio che costruisce un forno per il pane nonostante il drac (il diavoletto) ne è un esempio. Le sue numerose divagazioni sul nonno cantastorie, sulla sua vita quotidiana da contadino (attenzione! nessun imprenditore agricolo); il ritorno del lupo nelle nostre regioni. Cosa fare con questo animale? Cacciarlo via? Affrontarlo? Sogna di “vederne uno nella vita reale”, anche se è nemico delle sue pecore. Le sue idee sull’arrivo delle popolazioni neorurali, che sono infatti i discendenti di coloro che in passato lasciarono la campagna per la città… tante situazioni che possono porre problemi ma che, per questo contadino-narratore, possono essere risolti conoscendo se stessi, dialogando e accettando soluzioni “magari provenienti dall’estero”. Quasi due ore di storie e filosofia mescolate insieme, il che è logico, poiché i racconti di qui e di altrove sono fonti di saggezza, o semplicemente di buon senso. Il pubblico, conquistato, avrebbe potuto passare lì la notte o quasi. Ma anche le favole hanno una fine e Clément Bouscarel ha ringraziato il pubblico che ha applaudito a lungo, per poi concludere la serata con la classica formula occitana di arrivederci: “Adieu-siatz totes et tenetz vos fièrs” (arrivederci a tutti e siate degni). .
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