L’Argentina di Milei ha riportato sotto controllo inflazione e debito in un anno, ma a quale prezzo? Recessione, aumento della povertà… Riusciranno gli argentini a resistere fino all’annunciato ritorno della crescita?
Un anno dopo la sua elezione, il presidente ultraliberale argentino Javier Milei vanta grandi successi contro l’inflazione galoppante e l’abissale debito pubblico del paese. Ma questa stabilizzazione economica ha avuto un prezzo elevato per la popolazione, con una recessione e un’esplosione della povertà. Il “miracolo” di Milei è fattibile a lungo termine?
L’Argentina ripulita “con le motoseghe”
In un anno di presidenza di Milei, l’inflazione argentina è stata contenuta attorno al 3-4% mensile, contro una media del 17% dell’anno precedente. Un risultato ottenuto con uno shock di bilancio di incredibile violenza:
- Svalutazione del peso del 52%.
- Profondi tagli alla spesa pubblica
- Prosciugamento delle emissioni monetarie
- Eliminazione dei sussidi
Milei, un sedicente seguace dell’“anarcocapitalismo”, ritiene che “non vi fosse alcuna alternativa” per uno Stato “patologicamente indebitato” e “spogliato da una casta politica”. È orgoglioso di aver realizzato “il più grande aggiustamento di bilancio nella storia dell’umanità”.
Recessione e povertà, l’altra faccia del “miracolo”
Ma questo trattamento di austerità estrema ha un costo sociale enorme. Tra tagli di posti di lavoro nel settore pubblico e perdite di posti di lavoro legate al calo dell’attività, il Paese ha perso 260.000 posti di lavoro in un anno secondo fonti vicine al Ministero del Lavoro.
Piro, la povertà è balzata a oltre il 52% della popolazione nella prima metà del 2024, cosa inaudita in 20 anni e alla fine della grande crisi del 2001. L’esecutivo contesta questo dato, ritenendolo datato, ma il danno è fatto.
Scommettere sulla crescita futura, una scommessa rischiosa
Tuttavia Milei mantiene un indice di popolarità sorprendentemente stabile, quasi al 50% secondo alcuni sondaggi. Promette che, dopo una recessione prevista del -3,5% nel 2024, l’Argentina tornerà a crescere forte del 5% a partire dal 2025, quando l’aggiustamento avrà dato i suoi frutti.
Nella teoria economica alla base di questo governo, i costi sociali sono costi temporanei necessari, che saranno compensati dal ritorno della crescita. Ma non è questo ciò che dimostra la storia argentina.
Gabriel Vommaro, politologo
I pensionati, il settore informale, la sanità, la cultura, l’istruzione… Grandi fasce della società argentina soffrono. Riusciranno a resistere fino al miglioramento promesso, senza mettere a repentaglio la pace sociale e la sostenibilità stessa della politica perseguita? Questa è tutta la questione del secondo anno Milei che si sta aprendo.
Milei, araldo internazionale dell’estrema destra
Sulla scena internazionale, Javier Milei dovrebbe continuare ad apparire come l’araldo di una “battaglia culturale” per i “valori occidentali”, accanto al suo alleato Donald Trump, appena rieletto. Clima, “wokismo”, “pericolo socialista”… L’uomo che si considera “uno dei due politici più importanti del pianeta” senza dubbio non ha finito di fare scalpore.