Durante una conferenza stampa tenutasi lunedì sera a Gerusalemme, la prima in tre mesi, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha commentato la caduta del regime di Assad in Siria, definendo questo evento un “capitolo drammatico” nella storia del Medio Oriente. Est.
“Ieri si è verificato un evento importante. Il regime di Assad in Siria è crollato dopo 54 anni di governo”, ha detto Netanyahu, sottolineando il significato storico di questo sconvolgimento regionale. Questo annuncio arriva in un contesto di profonda riconfigurazione geopolitica in Medio Oriente.
Secondo il primo ministro israeliano, questo crollo segna un clamoroso fallimento per l’Iran, che aveva investito massicciamente nel mantenimento del regime siriano: “L’Iran ha investito miliardi in Siria e tutto è andato in fumo”. Questa affermazione fa parte della strategia israeliana per contrastare l’influenza iraniana nella regione.
Netanyahu ha tracciato un collegamento diretto tra la caduta del regime di Assad e le operazioni militari israeliane: “Il crollo del regime è una conseguenza diretta dei duri colpi che abbiamo inferto a Hamas, Hezbollah e all’Iran. Questa non è una coincidenza”. Ha ricordato la sua promessa del 9 ottobre ai leader israeliani del sud: “Cambieremo il volto del Medio Oriente”. Riguardo alle alture di Golan, territorio strategico conquistato alla Siria nel 1967, Netanyahu ha riaffermato con forza la posizione israeliana: “Il Golan rimarrà per sempre parte integrante di Israele”. Rivolgendosi a generazioni di soldati, ha aggiunto: “Oggi tutti comprendono l’importanza cruciale della nostra presenza lì”.
Il Primo Ministro ha anche delineato la sua visione per il futuro della Siria, esprimendo il desiderio di vedere emergere “un’altra Siria”, vantaggiosa sia per Israele che per il popolo siriano. Questa affermazione suggerisce una potenziale apertura diplomatica nella regione. La conferenza si è svolta in un contesto più ampio, poiché Israele afferma di aver preso il controllo del Monte Hermon in Siria, rafforzando la sua posizione strategica nella regione. Netanyahu ha sottolineato che questi sviluppi confermano il rafforzamento di Israele come “centro di potere senza precedenti da anni”. “Coloro che collaborano con noi traggono grandi benefici, coloro che non subiscono grandi perdite”, ha concluso, tendendo la mano a coloro che desiderano vivere in pace con Israele e mettendo in guardia gli attori ostili nella regione.
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