• 180 miliardi di FCFA raccolti dalla DGI
• Sequestri significativi effettuati dalla dogana
• Quasi 50 fascicoli di frode trasmessi alla giustizia
UNIn Burkina Faso, la lotta contro le frodi e i flussi finanziari illeciti si basa su diverse strutture di recupero e controllo, ciascuna delle quali svolge un ruolo cruciale nel preservare le risorse pubbliche. Sebbene siano stati compiuti notevoli progressi, restano ancora sfide per ottimizzarne l’efficacia. La relazione di audit di andamento del quadro giuridico e istituzionale per la mobilitazione dei proventi derivanti dall’attività estrattiva dell’oro e di altre sostanze preziose per il periodo dal 2017 al 2022, effettuata dalla Corte dei conti, fornisce una panoramica delle capacità di tali strutture.
L’esame del quadro giuridico e organizzativo per la commercializzazione dell’oro e di altre sostanze preziose, la mobilitazione dei relativi dazi e tasse e la lotta contro le operazioni illecite rivela alcune buone pratiche, in particolare gli sforzi per mettere online le informazioni sull’estrazione mineraria, ma soprattutto ha evidenziato le lacune che lo caratterizzano, lungo tutta la catena del valore del settore estrattivo. “I difetti incoraggiano deflussi illeciti di fondi e mettono in discussione la capacità del Paese di mobilitare le risorse interne necessarie al suo sviluppo”, si legge nella relazione di audit della Corte dei conti.
L’Economiste du Faso offre qui una panoramica delle prestazioni, delle statistiche chiave, degli esempi concreti e delle raccomandazioni per queste strutture.
DGI: sforzi sostenuti nella riscossione delle imposte
La Direzione Generale delle Imposte è responsabile dello sviluppo e dell’applicazione della legislazione fiscale, fondiaria e catastale. È responsabile, tra l’altro, della riscossione delle imposte dovute, a livello nazionale, dalle società minerarie, per quanto riguarda le loro dichiarazioni, del controllo delle dichiarazioni fiscali di queste società minerarie e della fornitura di statistiche relative a tali dichiarazioni e pagamenti. Attua le esenzioni e le riduzioni fiscali previste dal Codice Minerario e dal Codice Generale delle Imposte (CGI), che gli conferisce poteri operativi nella lotta contro gli FFI.
Il controllo di gestione della Corte dei conti rivela che la DGI è un attore chiave nella riscossione delle imposte. Tra il 2018 e il 2022, l’imposta sulle società (IS) riscossa è aumentata da 17 miliardi di FCFA a 180,6 miliardi di FCFA, con un aumento impressionante del 960%. Anche l’IVA è aumentata, raggiungendo i 23,3 miliardi di FCFA nel 2022.
Il documento tornava al caso della società mineraria ROXGOLD, che è stata risarcita per dazi evasi stimati in 786,8 milioni di FCFA, di cui 122,9 milioni di FCFA recuperati, dopo l’appello. L’articolo 51 del Codice Generale delle Imposte (CGI) recita che “Il reddito imponibile comprende, in particolare: le vendite e gli incassi; prodotti vari o eccezionali. Per le aziende che vendono beni quotati in borsa, il fatturato non può essere inferiore a quello determinato dai prezzi di mercato del giorno in cui vengono effettuate le vendite. » Secondo il rapporto di audit, a seguito del controllo, è stato constatato che la società ROXGOLD non dichiara tutta l’attività svolta.
“La conciliazione ha rilevato che le cifre del fatturato dopo la raffinazione dell’oro erano superiori a quelle risultanti dalle stime al momento delle spedizioni. I dazi evasi ammontano a 786.854.469 FCFA per gli esercizi 2018, 2019 e 2020.” A seguito del ricorso sono stati pagati i compensi semplici fissati in 122.993.260 FCFA; Secondo la Corte dei conti restano dovute solo sanzioni per 12,5 milioni di FCFA.
DGD: guardiano dei confini economici
La DGD svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio delle esportazioni e delle importazioni. La sua missione è riscuotere le entrate di gate e l’IVA per conto della DGI; l’attuazione delle esenzioni e riduzioni relative ai dazi doganali previste dal Codice Minerario a beneficio del settore estrattivo; controllo delle esportazioni di sostanze preziose. Nel 2022, i dazi doganali riscossi hanno raggiunto i 67,3 miliardi di FCFA, con un aumento del 20% rispetto al 2018. Sequestri significativi dimostrano l’entità della frode. Nel 2021, i doganieri hanno sequestrato a Ouagadougou 9 lingotti d’oro di origine illegale, per un valore stimato di diverse centinaia di milioni di FCFA.
Casi di frode legata all’oro: 49 fascicoli trasmessi alla Giustizia
Posta sotto la supervisione del Ministero dell’Energia, delle Miniere e delle Cave, la Brigata Nazionale Antifrode sull’Oro (BNAF) ha la missione di ricercare, individuare e reprimere le violazioni delle leggi e dei regolamenti relativi alla commercializzazione dell’oro e di altre sostanze preziose. BNAF viene allertata dei casi di detenzione, circolazione, vendita e/o uscita fraudolenta di oro da parte del CENTIF, a seguito dello sfruttamento delle segnalazioni di operazioni sospette (DOS), attraverso indagini di altre strutture di polizia giudiziaria, tramite consulenti, o mediante controllo incrociato di dati analisi (analisi BUMIGEG e dati di esportazione ANEEMAS).
Tra il 2018 e il 2022, la BNAF ha aperto 192 fascicoli di frode, di cui 49 trasmessi alla Giustizia. La relazione di audit della Corte dei conti rivela che sono state emesse solo 7 sentenze, evidenziando ritardi giudiziari.
Ciò è dimostrato dal caso del sequestro di 61 kg di oro da parte della Brigata Mobile Doganale di Koudougou. La BNAF, incaricata del caso, non è riuscita a raggiungere un accordo con l’autore del reato. BNAF ha vinto la causa, a seguito di una prima sentenza presso l’Alta Corte di Koudougou (TGI). Ella non ha chiesto la confisca ed il sequestro di detto oro, al fine di venderlo per riacquisire i suoi diritti. “In appello, la sentenza è stata ribaltata in favore del controparte M…, con decisione del giudice che indicava di restituire l’oro. La BNAF ha presentato ricorso in Cassazione, ma ha deciso di consegnare l’oro senza attendere l’esito del processo e senza alcuna garanzia o fideiussione. Tuttavia, l’articolo 412-2 al1 del Codice di procedura penale prevede che “durante i termini per il ricorso in cassazione, e se vi è stato ricorso fino alla pronuncia della decisione della Corte di cassazione, l’esecuzione del procedimento è sospesa della decisione impugnata, salvo per quanto riguarda le condanne civili”. “Con la consegna dell’oro gli interessi dello Stato non sono stati tutelati”, conclude il rapporto di verifica della Corte dei conti.
CENTIF: 53 miliardi di FCFA di flussi finanziari sospetti
L’Unità nazionale per l’elaborazione delle informazioni finanziarie (CENTIF) è un’autorità amministrativa interministeriale. La sua missione principale è ricevere, analizzare, arricchire ed elaborare informazioni finanziarie sui circuiti di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo.
In quanto servizio di consulenza e antiriciclaggio e finanziamento del terrorismo, il CENTIF riceve le segnalazioni di sospetto (DS) emesse dai soggetti definiti negli articoli 5 e 6 della legge AML/CFT, riguardanti operazioni sospette. Raccoglie e analizza queste informazioni finanziarie per identificare modelli, tendenze e attività potenzialmente illegali.
Lavora a stretto contatto con le autorità giudiziarie e le forze dell’ordine per indagare su casi di riciclaggio/finanziamento del terrorismo. Il CENTIF ha analizzato 77 segnalazioni di sospetto (DS) tra il 2017 e il 2022, relative a flussi finanziari sospetti per un totale di 53,5 miliardi di FCFA. Di questi casi, 33 sono stati trasmessi alla Procura di Faso, ma sono state emesse solo 3 sentenze.
ESS
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La Corte dei Conti e il contrasto ai flussi finanziari illeciti
lLa missione principale della Corte dei conti è quella di contribuire, attraverso la sua azione permanente di verifica, informazione e consulenza, alla trasparenza delle finanze pubbliche e al miglioramento dei metodi di governo e di gestione dello Stato e degli enti pubblici. Il completamento del controllo di gestione del quadro giuridico e istituzionale per la mobilitazione dei proventi derivanti dall’attività estrattiva dell’oro e di altre sostanze preziose in Burkina Faso è sostenuto dall’impegno del Paese a rafforzare la mobilitazione delle risorse interne, in particolare attraverso il eliminazione di ogni forma di flussi finanziari illeciti (IFF), in linea con i propri obiettivi di sviluppo.
Questo audit partecipa quindi al progetto di audit coordinato regionale sui flussi finanziari illeciti (IFF), che è un’iniziativa dell’Organizzazione africana delle istituzioni superiori di controllo (AFROSAI), il cui obiettivo è suscitare l’interesse dell’Unione africana, in modo che possa possono contare sull’azione delle Istituzioni Superiori di Controllo (ISC) per promuovere politiche pubbliche adeguate in grado di arginare il fenomeno degli IFF e il loro impatto sullo sviluppo.
Poiché deprivano i paesi e le loro popolazioni, gli IFF costituiscono un grave problema di sviluppo, motivo per cui i governi sono impegnati e hanno raddoppiato i loro sforzi per ridurli in modo significativo. Il controllo di gestione del quadro normativo e istituzionale per la mobilitazione dei proventi derivanti dall’attività estrattiva dell’oro e di altre sostanze preziose evidenzia la necessità di migliorare la trasparenza nel sistema di concessione e di rinnovo dei titoli minerari, nonché la necessità di chiarimento e precisione delle norme legislative e disposizioni normative per consentire alla Nazione di sfruttare al meglio le proprie risorse minerarie. I principali risultati sono, in particolare, la debolezza delle competenze nazionali, la scarsa padronanza dei dati catastali e geoscientifici, i fallimenti del sistema di monitoraggio e sorveglianza lungo tutta la catena del valore dell’industria estrattiva, in particolare, nel subartigianato -settoriale, l’insufficiente dematerializzazione delle procedure e la debole integrazione dei sistemi informativi.