Nel 2012, in seguito alle inondazioni del Taxenne del 2008, si è iniziato a discutere per ridurre gli effetti negativi di questo tipo di eventi relativamente frequenti a causa dei vari interventi di sistemazione effettuati sul fiume, soprattutto all’inizio del XX secolo.e secolo. Si rettificarono i meandri esistenti per facilitare la pratica delle varie attività che si sviluppavano lungo le sponde.
Il fiume è diventato rettilineo, facilitando l’arrivo rapido dell’acqua in caso di piena e vi è gradualmente scomparsa la vita, pesci, insetti, ecc.
L’Unione congiunta per lo sviluppo della Media e Bassa Valle dell’Ognon ha quindi deciso di attivarsi, con il sostegno degli eletti di Taxenne e Ougney, per discutere con gli abitanti della Vèze d’Ougney per avviare un progetto di risanamento del fiume. L’obiettivo di questo progetto era la prevenzione delle inondazioni e il ripristino della biodiversità del torrente.
Crea meandri
L’opera consisterà nel terrazzamento degli argini negli abitati di Taxenne per consentire al torrente di straripare in zone senza problemi. Al di fuori delle aree abitate, la creazione di meandri rallenterà le correnti e diversificherà gli habitat per la fauna selvatica.
Tracimazioni lente e regolari faciliteranno l’infiltrazione dell’acqua nel terreno.
Tutte queste azioni cumulative permetteranno anche di rallentare la velocità delle inondazioni a Ougney. Tre giorni prima dell’inizio dei lavori, il 1È e il 2 ottobre Taxenne viene nuovamente sommersa. 1.095 m di corsi d’acqua saranno sostituiti da 1.400 m di corsi d’acqua ripristinati.
Il progetto riguarda 7 km
Il costo dell’opera ammonta a 523.695 euro tasse escluse, finanziato per oltre la metà dall’Agenzia per l’acqua RMC con partner il Dipartimento del Giura e la comunità dei comuni Giura Nord (per il 20%, 2° budget del progetto) e l’Unione Mista. Ma la soluzione resta incompleta. Il progetto riguarda tutti i 7 km che il torrente percorre prima di confluire nell’Ognon. Bisognerà poi ottenere il consenso dei numerosi proprietari locali senza i quali nulla è possibile.
La messa in discussione di pratiche in vigore da molto tempo, la paura di vedere solo terreni nudi e senza vegetazione, o semplicemente lo spirito di protesta sistematico di alcuni, richiedono l’avvio di numerosi dialoghi per raggiungere un accordo globale.
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