Josep Borrell ha lasciato sabato sera il suo incarico di Alto Rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri, dopo cinque anni segnati dalle sue virulente critiche a Israele. Il suo mandato è stato particolarmente teso durante gli ultimi 14 mesi di guerra, al punto che lo Stato ebraico gli ha rifiutato una visita ufficiale. Le posizioni di Borrell hanno scatenato forti tensioni all'interno della stessa UE. Secondo Politico, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il suo omologo austriaco Karl Nehammer lo hanno affrontato direttamente lo scorso aprile, dicendogli che non parlava a nome dei loro paesi sulla questione di Gaza. Borrell aveva in particolare invitato i paesi membri a imporre sanzioni contro Israele.
Il suo successore, Kaja Kallas, è considerato una delle voci più filo-ucraine nell'UE. Poche ore dopo il suo insediamento, si è recata a Kiev, illustrando le sue priorità diplomatiche. La nomina è descritta come una “nuova era” per le relazioni UE-Israele, dopo due mandati successivi di pesanti critiche sotto Borrell e il suo predecessore Federica Mogherini.
Nel contesto dell'attuale conflitto, Kallas ha difeso il diritto di Israele alla difesa e ha condannato l'organizzazione terroristica Hamas dopo i massacri del 7 ottobre. Ha anche espresso sostegno alla soluzione dei due Stati.
Secondo gli analisti di Bruxelles, a differenza di Borrell che si è concentrato sulle azioni israeliane nella Striscia di Gaza, Kallas dovrebbe prestare particolare attenzione alla guerra in Ucraina. Dovrà anche gestire le implicazioni per l’Europa di una possibile rielezione di Donald Trump negli Stati Uniti.
Il nuovo capo della diplomazia europea eredita così un’agenda fitta, tra la gestione dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente, e la sfida delle relazioni transatlantiche in un contesto geopolitico teso.