“Fermare la fase calda di questa guerra”: Zelenskyj apre la porta a un cessate il fuoco con la Russia

“Fermare la fase calda di questa guerra”: Zelenskyj apre la porta a un cessate il fuoco con la Russia
“Fermare la fase calda di questa guerra”: Zelenskyj apre la porta a un cessate il fuoco con la Russia
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Una soluzione per un cessate il fuoco? Durante un’intervista a Sky News, Volodymyr Zelenskyj ha avanzato per la prima volta un’ipotesi per porre fine alla guerra che lo vede contrapposto alla Russia per più di mille giorni. Il presidente ucraino suggerisce una rapida adesione dei territori ucraini controllati da Kiev alla NATO, accettando così che le zone occupate dalla Russia non siano per il momento interessate da un simile accordo.

“Questa è una delle soluzioni per porre fine alla fase calda della guerra: possiamo dare l’adesione alla NATO alle parti dell’Ucraina che sono sotto il nostro controllo”, ha detto, secondo i commenti tradotti dal canale britannico. “È una possibilità, ma nessuno ce l’ha offerta”, aggiunge il presidente ucraino.

“Percorso diplomatico”

Non si tratta di abbandonare i territori conquistati dalla Russia. “Legalmente non avete il diritto di riconoscere i territori occupati come territori russi. Non dobbiamo commettere questo errore, precisa, facendo riferimento a una disposizione della Costituzione ucraina. Ma se vogliamo fermare la fase calda di questa guerra, dobbiamo porre sotto l’egida della NATO i territori ucraini che abbiamo sotto il nostro controllo”.

“Questo è ciò che dobbiamo fare rapidamente”, ha insistito Volodymyr Zelenskyj, ritenendo necessario un cessate il fuoco, accompagnato da questa protezione di cui il suo Paese “ha molto bisogno”, per “garantire che Putin non ritorni”.

Per quanto riguarda i territori occupati dalla Russia, in particolare a est? “L’Ucraina potrà recuperare le altre parti del suo territorio attraverso i canali diplomatici”, spiega. Prima di deplorare: “Questa proposta non è mai stata presa in considerazione dall’Ucraina perché nessuno ce l’ha proposta ufficialmente”.

Dal 1 settembre la Russia occupava 66.266 km2 di territorio ucraino. Con la Crimea, annessa nel 2014, e le zone orientali già sotto il controllo dei separatisti filo-russi prima dell’invasione, l’avanzata confermata o rivendicata da Mosca rappresenta il 18% del territorio dell’Ucraina nel 2013.

Questa affermazione segna un’evoluzione della posizione ucraina. A metà ottobre, il presidente Volodymyr Zelenskyj ha presentato il suo “piano di vittoria” durante un discorso al parlamento ucraino. In quest’ultimo ha escluso la cessione di “territorio” alla Russia o l’accettazione del congelamento della linea del fronte, ritenendo che il Cremlino debba perdere la guerra iniziata nel febbraio 2022.

“Voci diverse”

L’imminente arrivo di Donald Trump al potere, che fa temere una riduzione del sostegno americano a Kiev, potrebbe cambiare la situazione. “Dobbiamo lavorare con il nuovo presidente”, ha detto Zelenskyj a Sky News.

«Voglio lavorare direttamente con lui perché intorno a lui ci sono voci diverse», assicura, sottolineando l’importanza di mantenere la comunicazione con il presidente eletto. “Non servirà a nulla e sarà distruttivo. Dobbiamo cercare di trovare un nuovo modello. Voglio condividere idee con lui e voglio ascoltarlo”, conclude.

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