Nuova canoa, nuovo equipaggio e nuova missione in una storia che ricorda da vicino quella del film precedente. Questo è probabilmente il modo migliore per riassumere Moana 2 (nelle sale da mercoledì).
Otto anni fa, nell’ambito del weekend americano del Ringraziamento, gli studi di animazione Disney lanciarono Moana, la storia di un bambino polinesiano che solca i mari in compagnia di un mezzo dio per salvare gli abitanti della sua piccola isola.
Il successo fu immediato: un fatturato mondiale di 687 milioni di dollari e due nomination agli Oscar, di cui una come miglior film d’animazione.
Il film ha avuto un successo particolare grazie alla sua rappresentazione positiva del coraggio femminile. Infatti, a differenza delle tradizionali principesse Disney, Moana personificava l’eroismo e la determinazione.
Inizialmente immaginato come una serie televisiva musicale da offrire su Disney+, Moana 2 è stato finalmente lanciato sul grande schermo, con un costo stimato simile a quello del film originale, ovvero 150 milioni di dollari.
Questo nuovo film è ambientato tre anni dopo gli eventi di Oceania. Il piccolo marinaio dell’isola è un modello per il suo clan e ora sogna di unire tutti i popoli dell’oceano.
Avrà l’occasione di farlo quando i suoi antenati le spiegheranno, in sogno, che dovrà riscoprire un’isola perduta protetta da un dio assetato di potere. Se non ci riuscirà, tutti i popoli del mare verranno spazzati via…
Proprio come il Gladiatore 2 della scorsa settimana, la trama di Moana 2 è praticamente una copia carbone del suo predecessore. Ancora una volta, Moana intraprende una missione quasi impossibile e parte in acqua alla ricerca del semidio mutaforma Maui. Quindi si alleano per affrontare un dio arrabbiato per salvare gli isolani.
La storia di Moana 2 è addirittura molto meno completa di quella del film originale. Gli scrittori non si prendono nemmeno la briga di spiegarci perché il dio è arrabbiato, perché i popoli del mare verranno spazzati via se Vaiana fallisce nella sua missione e perché l’oceano all’improvviso non potrà più aiutare la piccola navigatrice. Capisco che si tratti di un film rivolto ai bambini dai 4 ai 12 anni, ma non c’è motivo di abbassare il livello…
La cosa più ironica è che Moana non realizza quasi nulla in questa nuova avventura. Il suo coraggio (o incoscienza?) rimane impareggiabile, ma riceve aiuto da Maui, dai suoi antenati defunti, dall’oceano, dal suo equipaggio e da una misteriosa pipistrello femmina. Infatti, ogni volta che Vaiana incontra un ostacolo, una soluzione magica cade nelle sue mani. Tanto banale quanto stimolante…
Nonostante le gravi carenze della trama, Moana 2 rimane un intrattenimento decente. Gli effetti visivi sono eccezionali (soprattutto l’acqua e la sabbia), le canzoni sono orecchiabili, l’umorismo è perfetto e la sorellina di Moana è così carina che ci fa venir voglia di adottarla.
Tuttavia, per un film che ha richiesto otto anni di lavorazione, che è costato 150 milioni di dollari per la produzione e che ci arriva dai Disney Studios, solitamente innovativi, Moana 2 sta fallendo.
(Tre stelle e mezzo)
Acquista ora: la cospirazione dello shopping
Una scena del documentario Compra ora: La cospirazione dello shopping. – Cortesia
Amazon, eBay, Temu… Consumare è più facile che mai. E convincere i potenziali clienti ad acquistare è diventata una scienza. Questa tendenza globale sta avendo effetti devastanti non solo sui portafogli degli acquirenti, come spiega eloquentemente il documentario Buy Now: The Shopping Conspiracy (Netflix).
Questo cortometraggio, della durata di poco più di 90 minuti, si presenta sotto forma di un tutorial molto sarcastico che spiega agli aspiranti venditori come diventare ricchi. Il “corso” prevede cinque lezioni, tra cui mentire, nascondere e manipolare.
Ogni “lezione” è seguita da un’analisi approfondita che spiega il costo ambientale dei rifiuti e del consumo eccessivo.
Acquista ora mostra, ad esempio, che gli abiti usati donati in beneficenza vanno per lo più in paesi africani che non hanno né le infrastrutture né la logistica per distribuirli. Montagne di tessuto compaiono quindi qua e là in natura.
È un po’ la stessa cosa con il vecchio iPhone che pensavi di aver riciclato. Probabilmente è diretto in un paese del terzo mondo dove i suoi rari e preziosi componenti vengono recuperati da lavoratori in condizioni che mettono a rischio la loro salute.
Anche se un po’ propagandistico, Compra ora: The Shopping Conspiracy ti fa riflettere. La sua conclusione offre anche alcuni consigli per uscire dal ciclo del consumo eccessivo. Un must per tutti gli acquirenti impulsivi.
(Tre stelle e mezzo su cinque)