Secondo i dati ufficiali pubblicati mercoledì, l’inflazione è scesa al 71,6% su base annua a giugno in Turchia, rispetto al 75,45% di maggio, dopo mesi di accelerazione.
L’aumento dei prezzi al consumo, alimentato dal deprezzamento della lira turca, si è attestato all’1,64% su un mese.
L’impennata dei prezzi riguarda soprattutto la sanità (+78,5% sui dodici mesi), l’edilizia abitativa (+94,7%), gli alberghi e ristoranti (+90,7%) e l’istruzione (+107,1%), secondo l’Istituto turco di statistica.
“Il processo di disinflazione è iniziato”, ha esultato sul social network il ministro dell’Economia turco Mehmet Simsek
Secondo le previsioni della banca centrale turca, l’inflazione si attesterà al 43,5% a fine 2024 e al 25,5% a fine 2025. Quest’ultima è salita dal 38,2% di giugno 2023 al 75,45% di maggio, con un’accelerazione quasi continua. Secondo gli analisti questa impennata dei prezzi è la causa principale del fallimento del Partito Giustizia e Sviluppo (AKP, islamo-conservatore) del presidente Recep Tayyip Erdogan alle elezioni locali di fine marzo.
Nel tentativo di spezzare la spirale inflazionistica, il governo turco non ha aumentato il salario minimo il 1° luglio, portandolo a circa 520 dollari, come aveva fatto nei due anni precedenti. I dati ufficiali sull’inflazione sono contestati dagli economisti indipendenti dell’Inflation Research Group (Enag), che calcolano l’aumento dei prezzi al consumo al 113,1% su base annua.
Secondo i dati ufficiali pubblicati mercoledì, l’inflazione in Turchia è scesa al 71,6% su base annua a giugno, rispetto al 75,45% di maggio all’1,64% su un mese L’impennata dei prezzi riguarda soprattutto la sanità (+78,5% su dodici mesi),…
