Il degrado del territorio è inevitabile?

Il degrado del territorio è inevitabile?
Il degrado del territorio è inevitabile?
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I primi scienziati moderni come Swanson e Latshaw (1919) e Snyder e Marcille (1941) osservarono un declino sistematico del contenuto di sostanza organica del suolo (SOM) in seguito alla coltivazione di terre vergini. Questo accadeva molto prima dell’uso dei trattori pesanti e dei pesticidi. Nel loro studio su 37 siti in Arkansas, Swanson e Latshaw, ad esempio, hanno evidenziato un calo medio della SOM del 30% nello strato 0-20 cm, accompagnato da una maggiore compattazione e riduzioni della resa.

Più recentemente, e sulla base di 134 confronti appaiati in tutto il mondo, Guo e Gifford (2002) hanno stimato che la transizione dalla vegetazione vergine ai terreni coltivati ​​riduce gli stock di SOM in media del 42% per le foreste native e del 59 % per i praticon la maggior perdita di carbonio che si verifica nei primi 30 anni.

Livelli di materia organica in calo, tutti i sistemi combinati

In Europa, i pochi studi disponibili, come quello di Heikkinen et al. (2013) da 611 osservazioni in Finlandia, mostrano una riduzione della SOM tra il 1974 e il 2009 di 220 kg ha/anno (ovvero 0,4%/anno)che ha portato a riduzioni di rendimento.

Nei Paesi Bassi, Hanegraaf et al. (2009) hanno evidenziato una diminuzione del MOS pari a 5 % tra il 1987 e il 2003 (ovvero 0,03%/anno). In Francia, l’Inrae ha pubblicato la mappa MOS della Francia nel 2001. Da allora sono state effettuate innumerevoli analisi da parte degli agricoltori e nell’ambito di progetti di ricerca e di due campagne RMQS gestite dall’Inrae. Stiamo ancora aspettando i risultati. Sappiamo però che negli ultimi vent’anni in Francia la resa del grano è diminuita.

Nutrire meglio il terreno per formare materia organica

In tutto il mondo, il declino della SOM si inverte quando la fertilizzazione del suolo supera le esigenze delle colture. Poeplau et al. (2016), durante esperimenti a lungo termine iniziati nel 1962 in Svezia, ha dimostrato che raddoppiando la fertilizzazione NPK raccomandata si è ottenuto un aumento del 50% della SOM (ovvero + 0,96 %/UN).

>>> Leggi anche: Le coperture vegetali consociate immagazzinano il carbonio nel terreno?

Liu et al. (2023) hanno evidenziato che i guadagni di SOM seguono una correlazione non lineare con le quantità di fertilizzanti e che queste sono più elevate quando la fertilizzazione minerale è associata a residui carboniosi, come paglia o letame. Al contrario, una fertilizzazione sbilanciata (ad esempio solo azoto) impoverisce il suolo. Una fertilizzazione insufficiente dei terreni sarebbe quindi la causa principale del loro degrado e delle conseguenti riduzioni della resa.

Ripensare la fertilizzazione del suolo è una questione di sopravvivenza

Per evitare la mineralizzazione della SOM, e quindi la lenta ed inevitabile degradazione dei suoli, la fertilizzazione deve compensare non solo i deflussi di nutrienti legati alle esportazioni di cereali (che è attualmente l’obiettivo, ma non è sempre così), ma anche nutrire gli organismi del suolo durante la fase post-raccolta in modo che possano riformare la SOM stabile dai residui del raccolto.

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