l’inflazione rallenta leggermente a giugno, la disoccupazione resta stabile

l’inflazione rallenta leggermente a giugno, la disoccupazione resta stabile
l’inflazione rallenta leggermente a giugno, la disoccupazione resta stabile
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L’aumento dei prezzi al consumo si avvicina quindi nuovamente all’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE). La disoccupazione è ai livelli più bassi dal 1998.

L’inflazione nella zona euro è scesa leggermente di nuovo a giugno, rallentando al 2,5% su base annua, dopo il 2,6% di maggio, grazie ai prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, secondo i dati pubblicati martedì da Eurostat. L’aumento dei prezzi al consumo si avvicina quindi nuovamente all’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE). Gli analisti di Factset e Bloomberg contavano su questo calo di 0,1 punti per giugno, che arriva dopo un aumento di 0,2 punti del mese precedente.

L’inflazione core – cioè corretta per la volatilità dei prezzi energetici e alimentari -, particolarmente monitorata dai mercati finanziari e dalla Bce, è invece rimasta stabile su un mese al 2,9%, secondo l’Ufficio europeo di statistica. Il consenso degli analisti prevedeva un leggero calo al 2,8%. Il leggero calo dell’inflazione nel mese di giugno si spiega con un rallentamento dell’aumento dei prezzi di 0,1 punti sia per i prodotti alimentari (compresi alcol e tabacco), al 2,5% su un anno, sia per l’energia, allo 0,2%.

L’inflazione dei prezzi dei servizi e dei beni industriali è invece rimasta stabile rispetto a maggio rispettivamente al 4,1% e allo 0,7% su un anno. Nel complesso, l’aumento dei prezzi al consumo nella zona euro è stato più che diviso per quattro dal record del 10,6% su un anno raggiunto nell’ottobre 2022, quando i prezzi dell’energia erano alle stelle nel contesto della guerra in Ucraina. Abbastanza da consentire alla BCE di iniziare nuovamente ad allentare leggermente la politica monetaria all’inizio di giugno.

Per arginare l’inflazione, la BCE ha aumentato i costi di finanziamento a un ritmo senza precedenti a partire da luglio 2022. Il 6 giugno ha iniziato ad abbassare i tassi di riferimento, offrendo una leggera boccata d’aria fresca per allentare le tensioni sul credito immobiliare e sui prestiti alle imprese. A fungere da riferimento, il tasso sui depositi del 4%, il suo massimo raggiunto lo scorso settembre, è stato ridotto al 3,75%.

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Disoccupazione ai livelli più bassi dal 1998

Il tasso di disoccupazione nella zona euro è rimasto stabile a maggio, rispetto ad aprile, al 6,4% della popolazione attiva, il livello più basso mai registrato, secondo i dati pubblicati martedì da Eurostat. Su un anno l’indicatore mostra una diminuzione di 0,1 punti. Nonostante un contesto di stagnazione economica, è al livello più basso da quando l’Ufficio europeo di statistica ha iniziato a compilare questa serie nell’aprile 1998 per i paesi che hanno adottato la moneta unica. Per l’Unione Europea nel suo complesso, il tasso di disoccupati è rimasto al 6% ad aprile, stabile su un mese e su un anno.

Il mercato del lavoro ha generalmente resistito bene alla cupa situazione economica che affligge l’Europa dalla fine del 2022. La crescita soffre l’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE) per calmare la crescente inflazione della guerra in Ucraina. La disoccupazione è diminuita significativamente in Europa dopo la metà del 2021, grazie alla fortissima ripresa economica che ha seguito la storica recessione causata dall’epidemia di Covid-19 nel 2020. L’indicatore si è stabilizzato dalla primavera del 2023 a un livello mai visto in un quarto d’anno. secolo.

A maggio circa 13,2 milioni di persone erano disoccupate nei 27 Stati membri dell’UE, di cui 11,08 milioni tra i venti paesi che condividono la moneta unica. Il tasso di disoccupazione è pari al 7,4% in Francia, rispetto al 3,3% in Germania, secondo i dati armonizzati di Eurostat. I tassi più bassi nell’UE sono stati registrati nella Repubblica Ceca (2,7%) e in Polonia (3%). I più alti sono stati registrati in Spagna (11,7%) e Grecia (10,6%). I dati Eurostat si basano sulla definizione di disoccupazione dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO). Sono considerati disoccupati coloro che hanno cercato attivamente lavoro nelle quattro settimane precedenti e sono disponibili a iniziare a lavorare nelle due settimane successive.

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