Nicolas Tonev, a cura di Emma Ben Youssef Sudarovich // Crediti fotografici: ALAIN JOCARD / POOL / AFP (Illustrazione)
06h21, le 28 novembre 2024
A poche ore dalla firma del cessate il fuoco tra Hezbollah libanesi e Israele, è giunto il momento della ricostruzione. Sia per motivi militari che politici, la Francia intende partecipare alla riconquista del paese dei cedri.
Dopo più di un anno di ostilità e scontri tra l'esercito israeliano e gli Hezbollah libanesi, nella notte tra martedì e mercoledì è finalmente entrato in vigore un cessate il fuoco. Il risultato di un lungo processo e di un duro lavoro diplomatico. La Francia, che ha svolto un ruolo importante, soprattutto grazie alla fiducia storica riposta in lei dalle autorità libanesi, non intende allentare il proprio impegno ora, mentre c'è ancora molto da fare.
La sfida principale ora è far rispettare l’accordo sul campo nel tempo. Per fare questo, la Francia aiuterà, a breve termine, l’esercito libanese a rimettersi in moto per riprendere il controllo del sud del paese. Un esercito che, alla fine, dovrà contare circa 6mila uomini sul terreno, ma che per il momento ha bisogno di riattrezzarsi.
Ripristina uno stato non riuscito
Veicoli, carburante, armi e munizioni… All'esercito manca tutto. Mentre Parigi aveva già versato 100 milioni di euro in aiuti al Libano lo scorso ottobre, la Francia si è impegnata a finanziare parte di questo sforzo, parallelamente agli americani. Inoltre, i 700 soldati della Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) assumeranno ancora una volta il loro ruolo principale di monitoraggio dei movimenti militari di Hezbollah in Israele.
Nel medio termine, l’obiettivo francese è rimettere in piedi uno Stato libanese in fallimento. Sebbene il Paese non abbia più un presidente dall’ottobre 2022, è consumato dalle rivalità settarie. Jean-Yves Le Drian, ex ministro degli Affari esteri, ha il compito di ritessere il senso dell'interesse generale, per arrivare alle elezioni presidenziali. Da parte sua, Emmanuel Macron si recherà in Arabia Saudita il prossimo dicembre, occasione per il presidente di convincere Riad a partecipare agli sforzi finanziari necessari per il successo del cessate il fuoco.