Petrolio in calo dopo il rialzo delle scorte di benzina negli Stati Uniti, nel mirino la decisione dell’OPEC+ sull’offerta

Petrolio in calo dopo il rialzo delle scorte di benzina negli Stati Uniti, nel mirino la decisione dell’OPEC+ sull’offerta
Petrolio in calo dopo il rialzo delle scorte di benzina negli Stati Uniti, nel mirino la decisione dell’OPEC+ sull’offerta
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Giovedì i prezzi del petrolio sono scesi leggermente negli scambi asiatici, dopo che un aumento a sorpresa delle scorte di benzina negli Stati Uniti prima della festa del Ringraziamento ha sollevato preoccupazioni sulla domanda nel più grande consumatore mondiale di carburante.

I futures del petrolio Brent sono scesi di 4 centesimi, o dello 0,1%, a 72,79 dollari al barile alle 22:20 GMT, mentre i futures del petrolio West Texas Intermediate erano inferiori di un centesimo a 68,71 dollari al barile.

Si prevede che il commercio sarà debole a causa delle vacanze negli Stati Uniti.

Le scorte di benzina negli Stati Uniti sono aumentate di 3,3 milioni di barili nella settimana terminata il 22 novembre, ha detto mercoledì la US Energy Information Administration (EIA), in controtendenza rispetto ad un leggero calo delle scorte di carburante a causa del numero record di viaggiatori durante le festività natalizie. [EIA/S]

Gli analisti petroliferi si aspettavano che le scorte di benzina statunitensi diminuissero di 46.000 barili la scorsa settimana, secondo un sondaggio Reuters precedente al rapporto dell’EIA.

Il rallentamento della crescita della domanda di carburante negli Stati Uniti e in Cina ha pesato pesantemente sui prezzi del petrolio quest’anno, anche se i tagli all’offerta da parte dell’OPEC+, che comprende l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio con la Russia e altri alleati, hanno avuto perdite limitate.

Due fonti del gruppo dei produttori hanno detto martedì a Reuters che i membri dell’OPEC+ stavano discutendo un ulteriore rinvio del previsto aumento della produzione di petrolio, previsto per gennaio. Il gruppo si riunirà domenica per decidere la sua politica per i primi mesi del 2025.

Il gruppo, che pompa circa la metà del petrolio mondiale, aveva precedentemente affermato che avrebbe gradualmente ridotto i tagli alla produzione di petrolio con piccoli aumenti nell’arco di diversi mesi nel 2024 e nel 2025.

Questa settimana i prezzi del petrolio sono stati messi sotto pressione dall’accordo di cessate il fuoco concluso tra Israele e Hezbollah libanese. Il cessate il fuoco è iniziato mercoledì e ha contribuito a dissipare i timori che il conflitto potesse interrompere le forniture di petrolio alla regione più produttiva del Medio Oriente.

Gli operatori di mercato non sono sicuri di quanto durerà la pausa nei combattimenti, dato che il contesto geopolitico generale per il petrolio rimane poco chiaro, secondo gli analisti di ANZ Bank.

I prezzi del petrolio sono sottovalutati a causa del deficit del mercato, hanno avvertito nei giorni scorsi i responsabili della ricerca sulle materie prime di Goldman Sachs e Morgan Stanley, sottolineando anche il potenziale rischio per le forniture iraniane derivante dalle sanzioni che potrebbero essere implementate sotto il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.

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