“Non vedi che sto bruciando?” Nathalie Reims. Edizioni Léo Scheer. 146 pagine. €19.
A un'opera infestata in cui si intersecano i fantasmi del fratello, della madre, degli uomini amati e mai lontani da questi ambienti, la personalità intensa e inaccessibile del padre, Nathalie Rheims aggiunge un ultimo viaggio in una terra intima annunciando il suo ritiro dalla vita letteraria.
Terreno letterario fertile
“Non vedi che sto bruciando” ruota attorno a un enigma la cui essenza è più importante della risoluzione. È la storia dell'infanzia insolita di una bambina affidata molto presto alle sedute di analisi con uno degli psicoanalisti più eminenti dell'epoca, Serge Leibovici. Tuttavia, da adolescente, uno scambio a sorpresa tra due porte semina dubbi. E se quest'uomo impegnato a sondare il suo inconscio ogni giovedì fosse il suo vero padre biologico e non l'accademico Maurice Rheims? Tra il banditore mondano, affascinante da morire, che ascolta a malapena sua figlia, e lo psicoanalista bonario che le presta la sua attenzione a un orario prestabilito, la giovane Nathalie Rheims cammina sul filo del rasoio tra segreti e bugie. Chi è suo padre? “Quanto è importante alla fine! », spazza via un giorno la madre, poco prima di scomparire di casa, attratta da un altro amante.
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Una delle prime spettatrici del teatro della commedia umana, Nathalie Rheims dipinge la disinvoltura degli adulti che sono re della dissimulazione. Su questa base instabile si adatterà ai confini fluttuanti tra immaginazione e vita reale. Un terreno letterario fertile, sul quale ha costruito una ventina di libri tanto singolari quanto accattivanti.