Forte dei colpi contro Hezbollah, Israele accetta un cessate il fuoco in Libano

Forte dei colpi contro Hezbollah, Israele accetta un cessate il fuoco in Libano
Forte dei colpi contro Hezbollah, Israele accetta un cessate il fuoco in Libano
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Hezbollah ha già cominciato a farlo vendere ai libanesi che lo sostengono che è riuscito a imporre un cessate il fuoco a Israele. E' esattamente il contrario. In soli due mesi, lo Stato ebraico ha inferto colpi terribili alla milizia sciita libanese. Il gabinetto di guerra presieduto da Benjamin Netanyahu ha stimato martedì sera di poter accettare la proposta americana di una tregua di 60 giorni, che dovrebbe portare ad un cessate il fuoco definitivo.

Questi due mesi dovrebbero consentire il ritiro dell’esercito israeliano dal Libano e il ritiro di Hezbollah a nord del fiume Litani, da quattro a trenta chilometri dal confine. L’area passerebbe sotto il controllo esclusivo dell’esercito libanese e di 10.000 caschi blu dell’UNIFIL, in conformità con la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, che ha posto fine a un precedente conflitto nel 2006.

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Solo che all’epoca né l’esercito libanese né l’UNIFIL furono in grado di impedire a Hezbollah di mantenere la sua presenza a sud del fiume Litani e persino di sviluppare lì le sue infrastrutture militari. Israele ha quindi chiesto garanzie agli americani, sotto forma di un comitato internazionale incaricato di monitorare l'attuazione dell'accordo. E, in caso di fallimento, Netanyahu si riserva il diritto di riprendere i bombardamenti.

Martedì sera il primo ministro israeliano ha potuto, in un discorso televisivo, spiegare ai suoi concittadini che gli obiettivi della guerra in Libano sono stati raggiunti. Da un lato i 60mila abitanti sfollati da più di un anno dal nord di Israele a causa del fuoco di Hezbollah a sostegno di Hamas a Gaza, potranno tornare a casa. D’altro canto, le capacità militari delle milizie sciite sono state in gran parte ridotte: centinaia di postazioni di lancio missilistico sono state distrutte, decine di dirigenti sono stati uccisi, a cominciare dal suo leader storico Hassan Nasrallah.

Quattromila morti

Il suo successore Naïm Qassem, durante il suo primo discorso pubblico il 30 ottobre, ha smesso di considerare la fine della guerra a Gaza un prerequisito assoluto per qualsiasi tregua con Israele. Ciò indicava chiaramente il desiderio di Hezbollah, e del suo sponsor iraniano, di fermare i costi.

Israele ha preso tempo prima di rispondere favorevolmente alla mediazione dell'amministrazione Biden. Lo stato maggiore dell'esercito voleva completare lo smantellamento delle capacità di Hezbollah prima di fermare i suoi attacchi. Hanno continuato fino all'ultimo momento, anche se lunedì il governo libanese e Hezbollah avevano dato il loro accordo al mediatore americano Amos Hochstein. Martedì almeno venti obiettivi a Beirut sono stati presi di mira da aerei israeliani, provocando decine di vittime.

Scatenata il 7 ottobre 2023 dagli attacchi di Hamas in Israele, la guerra sul fronte libanese ha provocato più di 4.000 morti, di cui 130 da parte israeliana.

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