La mediazione del Qatar ha permesso una tregua tra Israele e Hamas a Gaza il 24 novembre 2023. Per una settimana, in totale, sono stati rilasciati 105 ostaggi in cambio di 240 prigionieri palestinesi. Da allora è passato un anno e le trattative non hanno prodotto risultati.
Pubblicato il 24/11/2024 08:34
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Un anno dopo la prima e unica tregua nella Striscia di Gaza, i negoziati sono in fase di stallo e non esiste più un mediatore. Il Qatar, che manteneva questa posizione, ha gettato la spugna, almeno temporaneamente, e non è più chiaro dove sia la leadership di Hamas.
Tuttavia, tutti gli sforzi non vengono congelati. Ronen Bar, il capo dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno), uno dei negoziatori israeliani, si è recato qualche giorno fa in Turchia per contatti segreti. Nel frattempo, un alto funzionario della sicurezza israeliana ha rivelato a diversi media che Hamas aveva rinunciato alla sua richiesta principale: la fine della guerra in cambio del rilascio di un certo numero di ostaggi.
Si continuano a esplorare anche altre strade per consentire in particolare il rilascio di ostaggi di nazionalità americana o russa. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ribadisce un altro progetto: offrire cinque milioni di dollari per ogni ostaggio liberato e permettere ai sequestratori di rifugiarsi in un Paese terzo. Tutto questo, mentre l’ala suprematista della sua coalizione ora sostiene apertamente il ritorno degli insediamenti a Gaza.
In prima linea nella guerra tra Israele e Hezbollah, mentre gli attacchi israeliani e il lancio di razzi diventano sempre più intensi, si dice che siano stati compiuti progressi verso un cessate il fuoco. Si parla di indicatori positivi per la conclusione di un accordo di cessate il fuoco, ma i negoziati inciampano su un punto principale: la richiesta di Israele di mantenere le mani libere per poter intervenire militarmente in Libano nel caso in cui si verificasse quella che gli israeliani considererebbero una situazione violazione dell'accordo.
L'inviato americano Amos Hochstein ha parlato a lungo con il nuovo ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, e con il capo di stato maggiore Herzi Halevi, sulle modalità dell'instaurazione della tregua con un ritiro scaglionato dell'esercito israeliano nel sud del Libano. Un’altra domanda resta ancora senza risposta: quali Paesi garantiranno il rispetto del cessate il fuoco insieme all’esercito libanese e all’UNIFIL?