La Francia “prende atto” dei mandati di arresto emessi dalla CPI contro Netanyahu, Gallant e Deif | conflitto | diplomazia | giustizia

La Francia “prende atto” dei mandati di arresto emessi dalla CPI contro Netanyahu, Gallant e Deif | conflitto | diplomazia | giustizia
La Francia “prende atto” dei mandati di arresto emessi dalla CPI contro Netanyahu, Gallant e Deif | conflitto | diplomazia | giustizia
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La Francia “prende atto” dei mandati d'arresto emessi giovedì dalla Corte penale internazionale (CPI) contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader del gruppo terroristico Hamas Mohammed Deif, ha dichiarato il portavoce del Ministero della Difesa. Venerdì gli Affari Esteri.

“Fedele al suo impegno di lunga data a sostegno della giustizia internazionale”, Parigi “ricorda il suo attaccamento al lavoro indipendente della Corte”, sottolinea in un comunicato, senza specificare esplicitamente se la Francia, che è uno dei 124 Stati membri la CPI li arresterebbe se queste persone si recassero nel suo territorio.

Questi mandati di arresto per crimini di guerra e crimini contro l'umanità hanno suscitato indignazione in Israele e provocato un'ondata di reazioni contrastanti in Europa.

Reazioni internazionali

Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha affermato giovedì che i mandati di arresto devono essere “rispettati e applicati”.

Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, dal canto suo, ha dichiarato che l'Italia sarà obbligata ad arrestare il primo ministro israeliano o il suo ex ministro in caso di visita nel Paese. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, più cauto, ha espresso il sostegno italiano alla CPI, “ricordando che il tribunale deve avere un ruolo giuridico e non politico”.

“Questa decisione è una vergogna per il sistema giuridico internazionale”, ha risposto il capo della diplomazia ungherese Peter Szijjarto.

Il presidente americano Joe Biden ha denunciato una decisione “scandalosa”.

La posizione della Francia

Riguardo alla situazione a Gaza, la Francia “ha sempre e fin dall'inizio del conflitto chiesto il rigoroso rispetto del diritto internazionale umanitario e della protezione dei civili” e “ne ha condannato le violazioni”, ricorda il portavoce della diplomazia francese, Christophe Lemoine.

Parigi inoltre “ha condannato e continua a condannare con la massima fermezza gli attacchi terroristici antisemiti commessi il 7 ottobre da Hamas e altri gruppi terroristici” e “ricorda che non esiste alcuna equivalenza tra Hamas, gruppo terroristico, e Israele, paese democratico”. Stato”, sostiene.

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