Israele annuncia la fine del regime di custodia a tempo indeterminato per i coloni della Cisgiordania

Israele annuncia la fine del regime di custodia a tempo indeterminato per i coloni della Cisgiordania
Israele annuncia la fine del regime di custodia a tempo indeterminato per i coloni della Cisgiordania
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Secondo i dati dell’Autorità Palestinese, circa 770 palestinesi sono stati uccisi lì da soldati o coloni israeliani. Allo stesso tempo, secondo i dati ufficiali israeliani, 24 israeliani, civili o soldati, sono stati uccisi lì durante attacchi palestinesi o durante raid militari israeliani.

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Di fronte all’aumento degli atti di violenza commessi da coloni armati, diversi paesi occidentali (Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito e Canada in particolare) hanno adottato negli ultimi dodici mesi delle sanzioni (congelamento dei beni, divieti di viaggio). contro diversi coloni definiti “estremisti”.

Pochi giorni fa gli Stati Uniti hanno sanzionato per la prima volta un’impresa edile israeliana attiva nella costruzione di insediamenti in Cisgiordania.

La detenzione amministrativa è una procedura ereditata dall’arsenale legale del periodo del mandato britannico della Palestina (1920-1948), prima della creazione di Israele. Permette alle autorità di mantenere un sospettato in detenzione senza doverlo accusare, per periodi che possono arrivare fino a diversi mesi e che possono essere rinnovati praticamente indefinitamente.

Secondo il Club dei Prigionieri Palestinesi, una ONG che difende i palestinesi detenuti da Israele, alla fine di agosto più di 3.430 palestinesi si trovavano in detenzione amministrativa. In confronto, finora solo otto coloni ebrei sono detenuti sotto questo regime, secondo il quotidiano israeliano di sinistra Haaretz venerdì.

L’annuncio della fine della detenzione amministrativa per i coloni arriva il giorno dopo che la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto internazionali contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant ricercati dalla giustizia internazionale per “crimini di guerra”. e “crimini contro l’umanità”.

Netanyahu ha respinto categoricamente la decisione della Corte definendola un “fallimento morale” e una misura dettata dall’”odio antisemita verso Israele”.

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