Giocatori di Rugby coinvolti in casi di stupro di gruppo a Mendoza o Mérignac, processi per violenza domestica… i valori di Ovalie sono danneggiati. È ufficialmente giunto il momento di rimettersi in discussione e il Comitato dipartimentale della Gironda incoraggia i club ad affrontare il problema della violenza sessista e sessuale. Ma chi ce l’ha fatta, come lo Stade Blayais, si conta sulle dita di una mano.
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Margaux guarda
Pubblicato il 22 novembre 2024 ·
Stampato il 22 novembre 2024 alle 8:13 ·
12 minuti
Questo venerdì 22 novembre, pochi giorni prima della giornata della lotta contro la violenza di genere, i Blues affrontano i Pumas sul campo dello Stade de France. L'ultimo incontro si è concluso con una sconfitta per gli uomini di Fabien Galthié, che sono comunque usciti vittoriosi dalla tournée in Argentina. Ma senza gloria: se molti profani hanno sentito parlare di questa visita in America Latina, non è certo per le prodezze sportive del XV di Francia.
Prima c'è stato Melvyn Jaminet (RC Tolone) che, visibilmente alticcio, ha dichiarato in un video pubblicato per errore su Instagram di voler dare un “colpo di casco” al primo arabo che avrebbe incontrato. Poi è stata la volta di Oscar Jegou (Stade Rochelais) e Hugo Auradou (Section Paloise). I due nazionali sono stati arrestati il giorno dopo il primo test a Mendoza, il 6 luglio, in seguito ad una denuncia di stupro presentata da una donna che i giovani giocatori avevano incontrato in un club e riportato in albergo.
Questi due casi hanno avuto forse un solo merito: rilanciare il dibattito sugli eccessi del terzo tempo e sulla cultura virilista che sembra governare questa disciplina.
Un vero prima/dopo?
Sappiamo che il mondo dello sport in generale non è esente da abusi di ogni genere. E anche se non è l’unico, neanche il rugby è uno studente modello. “Ci sarà ovviamente un prima e un dopo-Mendoza”, ha promesso quest'estate Florian Grill, presidente della Federazione francese di rugby (FFR). Ma quando le cose si accumulano, possiamo davvero parlare di un prima e di un dopo?
Non c'era già bisogno di un “dopo” quando nel marzo 2017 venne sporta denuncia da una giovane donna che accusava tre giocatori del Grenoble di averla violentata in un hotel di Mérignac? Dopo le denunce di stupro contro Josaia Raisuqe (Castres Olympique) nel 2017 o Baptiste Lafond (Stade Niçois Rugby) nel 2023? O quando il caso di un probabile stupro commesso in una riunione dopo una partita a Vannes da parte di Espoirs di Bourg-en-Bresse è stato rivelato su L'Equipe lo scorso giugno?
Per quanto riguarda gli ex giocatori del Grenoble, Denis Coulson (ritirato), Loïck Jammes (Provence Rugby), Rory Grice (Oyonnax) saranno giudicati dal 2 al 13 dicembre a Bordeaux. Anche Chris Farrell (Oyonnax) e Dylan Hayes (in pensione) compariranno per non aver impedito un crimine.
I valori di OvalieTM
Le lezioni non sembrano essere state apprese. Su l'Humanité, Maître Cadiot-Feidt, uno dei quattro avvocati della vittima di quest'ultima, riconosce che c'è “ancora molto da fare” perché si realizzi una vera presa di coscienza. IL Secondo lei, il “fenomeno #MeToo” forse non era ancora “penetrato in alcune attività sportive, nella loro organizzazione e nelle loro modalità di funzionamento”.
A fine luglio ci siamo interrogati a France Info sul “marketing dei valori di Ovalie” – per usare le parole della ricercatrice Carole Gomez. Il rugby, questo “sport criminale praticato da gentiluomini”, sarebbe un “terreno incline alla violenza sessuale”, titolano i media. Se tra dirlo e riconoscerlo c’è solo un passo, non tutti scelgono di farlo.
Il Comitato Dipartimentale della Gironda (CD33) ha comunque messo l'argomento in programma. Questa entità, che sovrintende a tutte le scuole di rugby del dipartimento, ha formalizzato il 1° giugno 2024 una partnership con il Comitato Olimpico e Sportivo Dipartimentale (CDOS). Ciò si traduce in azioni di comunicazione e prevenzione attorno a tutte le tipologie di violenza riscontrate nella pratica dello sport, a bordo campo o negli spogliatoi.
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