Decisione forte della UEFA dopo la situazione sorprendente in Romania. I giocatori del Kosovo si sono rifiutati di continuare a giocare a seguito dei cori filo-serbi.
Venerdì, nell’ambito della Nations League C, la Romania ha ospitato il Kosovo. Entrambe le squadre lottavano per la vetta del girone, anche se i rumeni avevano tre punti di vantaggio e avevano già battuto il Kosovo 0-3 all’andata, quindi ci sarebbe voluto un miracolo per ribaltare la situazione.
Ma mentre la partita continuava, dagli spalti si sono sentiti canti provocatori in lode della Serbia. Il Kosovo, entrato a far parte della UEFA nel 2016, ha ottenuto l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, ma il suo status non è riconosciuto da diversi paesi membri dell’Unione Europea: Spagna, Slovacchia, Cipro, Grecia ma anche Romania.
I giocatori del Kosovo hanno quindi deciso di lasciare il campo e di non continuare a giocare. Risultato: questo mercoledì le autorità disciplinari della UEFA hanno deciso di infliggere una sconfitta al Kosovo (3-0) sul tappeto verde, spiegando che era colpa loro se la partita non poteva essere completata.
La Romania, però, non è stata assolta: la federazione romena è stata multata di 128mila euro per cori discriminatori e provocazioni tramite messaggi politici, e dovrà giocare la prossima partita a porte chiuse.
Questa vittoria sul tappeto verde, però, conferma l’ascesa della Romania in Lega B per la prossima stagione in Nations League. Il Kosovo è una raffica.