Martedì 19 novembre l’Unicef ha pubblicato i risultati della consultazione effettuata tra 20.000 giovani dai 6 ai 18 anni.
Alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, l’associazione mette in guardia contro la privatizzazione alimentare di questi bambini e adolescenti.
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Molti rimarrebbero senza cibo. Secondo un rapporto dell’Unicef pubblicato martedì, risultato di una consultazione effettuata tra 20.000 francesi di età compresa tra 6 e 18 anni, il 22,8% di loro ha dichiarato di consumare meno di tre pasti al giorno.
Alla vigilia della Giornata mondiale dell’infanzia, l’11,9% dei giovani intervistati ha dichiarato di mangiare carne, pesce, un uovo o un equivalente proteico al massimo una volta alla settimana. Inoltre, solo l’11% degli intervistati dichiara di mangiare frutta e verdura al massimo una volta alla settimana.
I giovani tra i 15 e i 18 anni sono i più colpiti dalla deprivazione alimentare
Deprivazione alimentare più o meno marcata, a seconda dell’età. Secondo il rapporto Unicef si arriva al 17,6% per i 6-10 anni, al 22,1% per 11-14 anni e al 33,7% per 15-18 anni. L’associazione si basa su tre fattori per spiegare questo fenomeno: un controllo parentale più debole in questo periodo, un’alimentazione quotidiana più disordinata e il desiderio di molti adolescenti di evitare il sovrappeso. “adottando pratiche non sempre appropriate”.
“È sorprendente notare che, ancora una volta, i bambini o gli adolescenti provenienti da famiglie monoparentali e coloro che vivono senza nessuno dei due genitori sono significativamente più svantaggiati in questo ambito.” indica anche l’Unicef. La deprivazione alimentare colpisce il 30,9% dei giovani intervistati che vivono in famiglie monoparentali e il 34,8% di coloro che vivono senza nessuno dei due genitori.
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Dalla consultazione emerge inoltre che il 44,4% dei giovani intervistati afferma di non praticare attività sportive settimanali al di fuori della scuola. Inoltre, il 16,2% di questi giovani si trova in una situazione di “deprivazione materiale”. In altre parole, mancano scarpe, vestiti in buone condizioni e persino giocattoli. “La deprivazione materiale colpisce più bambini e adolescenti che vivono in famiglie monoparentali (22,5%) o senza genitori (38,9% rispetto al 13,8% per gli intervistati che vivono con entrambi i genitori)“, si legge nel rapporto.