A fronte di tempi di attesa notevoli per gli esami MRI, il precedente governo e il CNS avevano dato il via libera all’acquisizione di quattro nuovi MRI e si erano posizionati per un ampliamento dei tempi a disposizione per gli esami. E oggi?
Il deputato (LSAP) Marte Di Bartolomeo ha voluto interrogare il ministro della Salute, Martine Deprez, sui tempi di attesa per gli esami di risonanza magnetica. Oggi, grazie all’aumento del numero di dispositivi disponibili e alla più semplice prenotazione degli appuntamenti online, gli esami di risonanza magnetica hanno tempi di attesa più brevi rispetto al passato. Il ministro rileva tuttavia che tale termine dipende dall’indicazione per l’esame.
«Alcuni esami devono essere programmati con un ritardo di qualche giorno, altri con un ritardo di diverse settimane, ad esempio in caso di patologie traumatiche (riassorbimento di un ematoma, ecc.) o per controlli in cura. Inoltre bisogna tenere in considerazione anche la durata dell’esame, che varia dai 15 ai 45 minuti a seconda dell’organo esaminato e dell’indicazione», spiega.
Inoltre, “gli esami urgenti vengono svolti in ogni sede in modo tempestivo e gli esami per i pazienti ricoverati vengono aggiunti quotidianamente a quelli dei pazienti ambulatoriali programmati”, aggiunge.
Il ministro rileva che tra il 2022 e il 2023 si è osservato un aumento significativo del numero di visite ambulatoriali programmate, ma ciò senza incidere sui tempi di attesa. Inoltre, durante lo stesso periodo, la percentuale di esami MRI effettuati oltre i 60 giorni è rimasta stabile.
Vengono effettuati sempre più test
Nella sua risposta ministeriale, Martine Deprez ha rivelato alcune cifre sul numero di esami MRI effettuati dall’installazione dei nuovi dispositivi. Nel 2019 sono stati effettuati 56.084 esami. Nel 2023 saranno più di 86.000.
