Mostra a Ginevra –
Enrico Gastaldello mostra le sue foto di “manifestazioni” all’Uni-Dufour
Le immagini spaziano dagli anni 80 ad oggi. Colpisce notare l’irrigidimento avvenuto a partire dal 2003.
Pubblicato oggi alle 11:37
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Manifestiamo a Ginevra. Lo facciamo da molto tempo. Io che ti parlo ho vissuto le sfilate e il clamore del 1968-1969. Enrico Gastaldello, che è più giovane di me tanto da essere ormai prossimo alla pensione, fotografa la rabbia dei ginevrini dagli anni ’80. Allora faceva parte del collettivo Azzuromatto, dove ritrovavamo anche Isabelle Meister. I suoi membri hanno poi radiografato la città, che tuttavia se la passa meno male di oggi. Contemporaneamente Enrico cura successivamente la fotografia per la “Tribune de Genève” con tono spesso scontroso. Il personaggio lo vuole.
Una selezione di immagini di Enrico Gastaldello si trova oggi sui pannelli mobili e sulle pareti della grande sala dell’Uni-Dufour, dove il visitatore può vederle con il vento che soffia alle spalle. Le epoche sono mescolate. C’è molto bianco e nero e poco colore. Ciò che più colpisce è la diversità delle rivendicazioni, alcune delle quali si sono ripresentate fedelmente nel corso dei decenni, come la Palestina. Se l’apartheid in Sud Africa è fortunatamente finito; se nella nostra buona città non ci fosse da tempo una parata militare; se l’AIDS non ha più bisogno di vincere l’indifferenza, il problema degli alloggi diventa sempre più acuto e le donne non hanno ancora la parità di retribuzione. Stanno però emergendo nuovi temi, segno dei tempi, come la transfobia, di cui vent’anni fa non si parlava nemmeno. Notiamo di sfuggita che, sebbene abbiamo manifestato… contro il divieto di manifestazioni nel 2003, non ci sono foto sui muri dell’Università Dufour che riflettano i rituali di parata dei dipendenti pubblici. Va detto che danno fastidio alla sinistra dietro l’angolo. Come non inarcare le sopracciglia, come ho fatto, quando ho visto il cartello “non toccate la tredicesima” mentre il giorno prima parlavamo di precarietà?
In un’intervista pubblicata dalla “Tribune de Genève”, Enrico Gastaldello ha parlato dell’ambient hardening. Negli anni ’80 tutto avvenne con buon umore e apertamente. Lo vediamo nel primo sciopero delle donne nel 1991. Poi si verifica una divisione, soprattutto dopo il G8 del 2003 che si trasformò quasi in una catastrofe. La polizia si vestirà come se fosse al cinema in “Mad Max” o “Terminator”. Ci saranno elmi e scudi dei gladiatori. I manifestanti a volte si mascherano e non riescono più a distinguersi dai delinquenti. A Place des Nations, nel 2023, un vero e proprio esercito si opporrà ai pochi attivisti contro la transfobia. La stessa transfobia è diventata oggetto di linciaggio sui social network. Come ha sottolineato Enrico Gastaldello, l’operazione di punzone tende quindi a sostituire l’operazione di massa. Gli attivisti climatici restano sul marciapiede, “anche se ciò significa mettersi in pericolo”. Non diremo scortesemente che erano caldi.
Pratico
“Protesta in democrazia”, Uni-Dufour, 24, rue du Général-Dufour, Ginevra, fino al 29 novembre. Come. 022 379 15 15, sito web https://unige.ch Aperto dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 20:00. ENTRATA LIBERA.
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Nato nel 1948, Etienne Dumont studiato a Ginevra che gli furono di scarsa utilità. Latino, greco, diritto. Avvocato fallito, si dedicò al giornalismo. Molto spesso nelle sezioni culturali, ha lavorato dal marzo 1974 al maggio 2013 alla “Tribune de Genève”, iniziando parlando di cinema. Poi vennero le belle arti e i libri. Per il resto, come potete vedere, nulla da segnalare.Maggiori informazioni
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