Nelle ultime settimane avrete letto sulla stampa e sui media delle difficoltà incontrate dai “professionisti dei numeri” (commercialisti e consulenti fiscali). Per la prima volta si è parlato addirittura di sciopero, cosa che la nostra professione non ha mai preso in considerazione fin dalla sua creazione.
Perché questa non è la vocazione delle migliaia di membri della nostra professione che dedicano il loro tempo, le loro energie e, alcuni di loro, anche sacrificando parte della loro salute (il burnout è una realtà nella nostra professione), in questa missione di interesse generale che consiste nell’aiutare instancabilmente i propri clienti, siano essi imprenditori, liberi professionisti o altri cittadini, adempiendo per loro agli obblighi di legge, spiegando loro ogni giorno norme fiscali divenute oggi quasi illeggibili, svolgendo molteplici compiti ad alto valore aggiunto per le aziende, svolgendo il ruolo di medico aziendale, insomma sostenendole, a volte per decenni, senza sempre avere la considerazione alla quale hanno comunque diritto.
Un profondo deterioramento nei rapporti con il fisco
Negli ultimi anni, tuttavia, la professione si è confrontata con un profondo deterioramento dei rapporti con l’amministrazione (guasti regolari e indisponibilità delle piattaforme FPS Finance, leggi fiscali molto penalizzanti, violazione delle norme procedurali, sviluppo di un processo di disumanizzazione, mancanza di considerazione o professionalità di alcuni dipendenti pubblici).
Inoltre, ai contabili viene chiesto sempre più lavoro per comunicare documenti o informazioni di cui l’amministrazione fiscale è già in possesso, il che crea un carico di lavoro inutile. Di conseguenza la professione non attrae più i nostri giovani.
Desideriamo evidenziare in particolare i seguenti problemi:
- Impostazione di un politica di tolleranza zero in materia di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, anche in buona fede, con conseguenze finanziarie sproporzionate per i contribuenti.
- Notevole rafforzamento dei poteri investigativi dell’amministrazione (proroga dei termini tributari, trasformazione della nozione di indice di frode in semplice presunzione di frode, progressiva scomparsa della procedura di reclamo i cui servizi non costituiscono più altro che una camera di ratifica tributaria, invio anche arbitrario e sistematico di backup e account informatici sotto pena di sanzioni o intimidazioni.
- Moltiplicazione selvaggia degli aumenti fiscali tali da poter mettere a repentaglio la sopravvivenza della società o del contribuente e impegnare la responsabilità del professionista contabile.
- Fine di ogni possibilità di comunicazione con l’amministrazione (rimozione degli indirizzi e-mail dalla posta, impossibilità di accesso alle linee telefoniche dei servizi FPS Finance (in particolare per comprendere la normativa fiscale o le circolari prodotte dall’amministrazione), fine del dialogo tra un responsabile del trattamento e il contribuente o i suoi consulente durante le verifiche fiscali, inefficienza degli applicativi informatici di FPS Finanze).
- Graduale perdita di indipendenza dell’Advance Rulings Service nei confronti dell’amministrazione centrale, servizio tuttavia essenziale per la certezza del diritto.
- Mancata reazione del Ministro alle molteplici e legittime richieste espresse dal Settore (a parte qualche scadenza ottenuta), il ministro o i suoi rappresentanti non sono mai stati presenti ai convegni o congressi organizzati dal nostro istituto.
Un’emergenza: ridare speranza
È più che giunto il momento ed è urgente ridare speranza a migliaia di commercialisti e consulenti fiscali che attualmente si trovano in grande difficoltà e che assistono con preoccupazione ad un’evoluzione della loro professione. Dobbiamo anche istituire una nuova Carta dei contribuenti.
A tal fine è fondamentale ristabilire la fiducia e un collegamento diretto con i diversi livelli dell’amministrazione (a cominciare dal suo ministro) e creare un accesso privilegiato per i professionisti della contabilità. Occorre ritrovare un clima sereno, con strumenti operativi per tutti.
Chiediamo un rafforzamento del dialogo, una semplificazione dei compiti amministrativi, più trasparenza e rispetto, un riequilibrio tra i poteri dell’amministrazione e i diritti dei contribuenti, un miglioramento degli strumenti e delle piattaforme create dall’amministrazione fiscale, il ripristino della sicurezza giuridica.
Nell’ambito della costituzione del futuro governo, saremmo molto obbligati a tenere conto delle nostre considerazioni che riteniamo legittime (e che, in definitiva, vanno a beneficio anche di tutti i contribuenti e gli imprenditori di questo Paese).
Non possiamo quindi che sperare, in un primo momento, nella nomina di un Ministro delle Finanze che ascolti la nostra professione e sia consapevole del nostro ruolo economico ed essenziale. È in gioco il futuro della nostra economia e il mantenimento dello Stato di diritto, che negli ultimi anni si è indebolito.
Vi saremo infinitamente grati e vi chiederemo di accettare, Signore e Signori, l’assicurazione dei nostri migliori sentimenti.
Pierre-François Coppens
Consulente fiscale certificato, Presidente dell’ADFPC