Il Premio Töpffer Ginevra premia un album di un fumettista ginevrino. Ogni anno vengono nominati tre artisti. Il nome del vincitore viene rivelato durante la cerimonia di fine anno.
Ricevimento dalle 18:00, cerimonia alle 18:30.
Le Cube, campus HEAD, avenue de Châtelaine 7, Ginevra (mappa di accesso qui)
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I tre candidati
Ibn Al Rabin per “Sulla duttilità dello sbrinz. Raccolta di strisce pubblicate su Le Courrier 2013 – 2022 »
Una raccolta funziona? Sì, la raccolta sta funzionando! Ibn Al Rabin riunisce nove anni di lavori settimanali pubblicati su un quotidiano ginevrino. Oltre 400 brevi strisce il cui stesso contenuto – se vogliamo credere alla nota introduttiva – sarebbe frutto di un malinteso mai risolto tra la redazione del giornale e l’autore che si immaginava costretto a disegnare strisce legati al mondo culturale. Vero o no, questo vincolo rispettato non è dispiaciuto a un designer esperto nei vincoli generativi o trasformanti di OUBAPO.
Alex Baladi per “Un mondo che cambia”
Alex Baladi per “Un mondo che cambia” Alex Baladi propone una graphic novel in bianco e nero, ricca di 220 pagine, perché: 2+2+0=4. Leggi, capirai. Evocare questo piccolo gioco infantile ci permette di evidenziare ciò che attraversa quest’opera, come tutte le opere di Baladi: la molteplicità dei livelli di lettura. Baladi è un maestro dei riferimenti – espliciti o nascosti, vissuti o meno – e della mise en abyme. Allo stesso tempo, conserva un quadro narrativo lineare basato su un gioco grafico inequivocabile, l’occhio passa da un pannello all’altro come se scivolasse lungo il corpo ondulato di un serpente. Grandezza della semplicità che nutre la pluralità delle emozioni.
Juliette Mancini per “L’odio per i capelli”?
La sceneggiatura, scritta insieme ad Alexia Chandon-Piazza e Sara Piazza, entrambe psicologhe cliniche, nasce dal lavoro di tesi di quest’ultima sul sesso femminile. La storia, portata in vita da Juliette Mancini, combina brevi momenti della vita quotidiana di donne (e alcuni uomini) di tutte le età e provenienti da contesti diversi. Il disegno non verniciato dell’incontro di esseri e corpi – in verde e viola – ci permette di esplorare le molteplici emozioni suscitate dalla presenza o assenza di capelli. Attraverso la psicoanalisi, l’arte, le pratiche di depilazione, gli scambi emotivi o sessuali, sono i tabù, i diktat commerciali e le norme comportamentali interiorizzate della nostra società che vengono rivelati e danno spunti di riflessione, senza pathos. Un tocco inaspettato, i capelli diventano addirittura una canna pensante nel corso della narrazione… Un’idea molto carina che, però, viene da chiedersi se il disgusto contemporaneo espresso dai diversi personaggi del fumetto possa essere stemperato dalla rappresentazione di un capello che è divenuto soggetto di dialogo mentre fantasie o avversioni vengono prima nutrite dalla natura folta e indifferenziata dei peli. Una narrazione sottile, incarnata dalle incertezze di alcuni o dalle reazioni istintive di altri e che sfugge felicemente alle insidie del trattato didascalico.
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