Emmanuel Macron con Kamel Daoud. DR
Di Karim B. – Il presidente francese non si è ancora ripreso dal monumentale fiasco subito durante la partita Francia-Israele quando ha subito una seconda vergogna con la scoperta dell’impostura del suo amico Kamel Daoud. La rivelazione della vittima del terrorismo, sul cui dramma il Premio Goncourt ha tessuto la trama del suo romanzo, dovrebbe, a meno che non vi sia la complicità dei responsabili di questa distinzione, prima letteraria e ora politica, essere sanzionata da pura e semplice ritiro di questo e la sua messa al bando dalle librerie.
Secondo la testimonianza della sopravvissuta a un massacro commesso da orde selvagge, quest’ultima sarebbe stata vittima di una violazione del segreto medico, poiché seguita dalla moglie dell’autore, di professione psichiatra. L’impostura non si limita quindi al semplice fatto di aver utilizzato la tortura di questa sfortunata signora scampata alla morte per miracolo, ma si configura come un reato gravissimo punibile giudizialmente. È del resto molto probabile che la vittima di questo grave reato sporgerà denuncia davanti ai tribunali algerini o addirittura francesi, dato che il libro incriminato è stato pubblicato in Francia.
Questa vicenda non riguarda soltanto Kamel Daoud e sua moglie, ma anche il suo editore e l’istituzione Goncourt, nonché il presidente Macron, che è apparso più volte accanto allo “scrittore” algerino recentemente naturalizzato, in particolare durante il suo viaggio a Orano, dove il suo ospite gli fece da guida e contribuì notevolmente alla preparazione del programma ufficiale della sua visita. Il che non lo ha portato al Museo della Gloriosa Rivoluzione Armata Algerina, ma a un editore raï.
Algeriapatriottico non ha mai smesso di allertare l’opinione pubblica sull’ipocrisia degli ambienti nostalgici dell’Algeria francese e dei mandanti del “chi uccide chi”, che hanno messo su un piedistallo l’ex editorialista di un quotidiano oranese, i cui scritti corrispondevano all’anti -Politica algerina e islamofobica abilmente mantenuta in Francia. Abbiamo in particolare rivelato il vero livello di questo scadente scrittore che il caporedattore del nostro sito ha smascherato. Lo informò della sua mediocrità rimandandogli uno dei suoi articoli redatti all’80% in rosso, sottolineando errori monumentali che uno studente delle elementari non commetterebbe.
Messo alle strette, Kamel Daoud ha risposto che il giornale aveva torto e aveva pubblicato la versione non corretta. Il nostro “Proust” nazionale non si rendeva conto che rispondendo in questo modo confermava che ciò che i lettori scoprivano allora sul giornale algerino, e scoprono attualmente nei suoi romanzi, sono testi completamente rielaborati e riscritti. Ciò che conta per le edizioni Gallimard, gli pseudo-critici letterari e gli altri conduttori di programmi televisivi francesi non è il valore letterario delle opere a cui danno una pubblicità al limite della sublimazione, ma l’obiettivo che si assegnano i Consent Makers, discepoli di Edward Barnays .
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