“Chi è dunque costui, al quale perfino il vento e il mare gli obbediscono? » – anno B

“Chi è dunque costui, al quale perfino il vento e il mare gli obbediscono? » – anno B
“Chi è dunque costui, al quale perfino il vento e il mare gli obbediscono? » – anno B
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Per tutto il giorno Gesù aveva parlato alla folla. Venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: “Andiamo all’altra sponda. » Lasciata la folla, presero Gesù così com’era sulla barca, e altre barche lo accompagnarono. Arriva un violento temporale. Le onde si riversavano sulla barca, tanto che si stava già riempiendo. Dormiva sul cuscino dietro. I discepoli lo svegliano e gli dicono: “Maestro, siamo perduti; Non ti importa? » Svegliato, minacciò il vento e disse al mare: “Zitto, stai zitto!” » Il vento si è calmato ed è diventato molto calmo. Gesù disse loro: “Perché hai così paura? Non hai ancora fede? » Presi da grande timore, dissero tra loro: “Chi è dunque costui, al quale perfino il vento e il mare gli obbediscono? »

Altre letture: Giobbe 38, 1,8-11; Sal 106 (107); 2Cor 5,14-17

► Comprendere

Fine di una giornata faticosa. Al calare della notte, Gesù cade in un sonno ristoratore, quando si scatena una tempesta che minaccia la sua barca, cioè coloro che sono dentro con lui. La domanda dei discepoli “Maestro, siamo perduti, ti importa? » fa eco a tante altre rivolte dell’uomo di fronte alle prove della vita: dov’è Dio? Può dormire nella tempesta? Questo scatenamento naturale del vento agita il mare che, tradizionalmente, tra gli ebrei, simboleggia un mondo inquietante e oscuro associato alla morte. Questa tempesta potrebbe anche rappresentare la paura che gonfia dentro di noi fino a travolgere la nostra barca e farci scivolare in un’angoscia senza fondo.

Ed è da questa barca scossa dalle onde che Gesù agirà. Non solo per calmare gli elementi, ma anche per creare una nuova intimità con i suoi discepoli. Infatti, il passaggio all’altra sponda, per quanto destabilizzante, li porta ad un necessario movimento interiore. Essi devono lasciarsi commuovere nelle loro rappresentazioni di Dio per entrare poco a poco nel mistero della fede.

► Medita

“Chi è Gesù? » sembra mettere in discussione l’intera vicenda di questo calvario condiviso tra il maestro e i suoi discepoli. In contrasto con la sua consueta vicinanza umana, Gesù si rivela qui come colui che ha autorità sugli elementi come il Dio originale che ha fatto il cielo, la terra e le acque. La forza della sua Parola che fa tacere la tempesta interpella i discepoli; sono presi dalla paura, ma questa cambia natura: è vicina al sentimento dell’uomo di fronte alla grandezza del Dio creatore. Si è compiuto un passaggio: dalla paura che scava un abisso in ogni persona alla paura autenticamente spirituale che apre al completamente Altro, al più grande di sé.

Infine, Gesù fa sperimentare ai suoi discepoli un nuovo rapporto con la sua presenza. Infatti si ritira nel sonno, inizio di un’altra grande assenza. Ciò che resta ai discepoli è la fede, che sola permette loro di sperimentare l’inatteso e i suoi orrori. Gesù esorta quindi con fermezza coloro che gli sono vicini a confidare nella fiducia in Lui come in una forza interiore che permette loro di affrontare il diluvio della paura senza affogarvi. Gesù si aspetta da coloro che credono in Lui non solo che aderiscano alla sua Parola, ma che da essa trasformi tutto il loro essere.

Non si lasceranno quindi determinare dall’instabilità degli eventi della loro vita, ma li comprenderanno attraverso il prisma di un’inalterabile fiducia in Lui. Allora ogni percezione di ciò che ci accade diventa diversa. Perché se la nostra fiducia in Dio è primaria, essa ci cambia profondamente e tutto viene riordinato dalla forza della sua Pace: “Il vento si è calmato ed è diventato molto calmo. »

► Pregate

O mio Dio, il mio cuore è come un vasto mare sempre agitato dalle tempeste: possa trovare pace e riposo in Te. Hai comandato ai venti e al mare di calmarsi e alla tua voce si sono calmati; vieni a lenire le agitazioni del mio cuore affinché tutto in me sia calmo e tranquillo affinché possa (…) contemplarti, dolce Luce dei miei occhi senza turbamento e senza tenebre. O mio Dio, possa la mia anima essere liberata dai pensieri tumultuosi di questo mondo “si nasconde all’ombra delle tue ali”.

Sant’Agostino, estratto da Meditazioni

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