«Ciao Dolly! È così bello riaverti al posto a cui appartieni! » Quale posto migliore della capitale dell’amore per festeggiare i 60 anni di esistenza di Dolly Levi, la più famosa sensale di matrimonio dei musical? Cupido moderno con le sembianze di una vedova scintillante, capace di formare le coppie più incongrue, l’eroina fa il suo ritorno sulle scene francesi in Ciao, Dolly!.
Divenuto cult a Broadway sin dalla sua creazione nel 1964, è oggi nella cornice rossa del Théâtre du Lido, tempio del glamour e dello sfarzo, che si svolge il “musical”. Eccoci immersi, per due ore e mezza, nella New York chic del 1890, quando arriva Dolly Gallagher Levi, interpretata per la prima volta da Caroline O’Connor, celebre attrice di Broadway nota soprattutto per il suo ruolo nel film Moulin Rouge de Baz Luhrmann.
Dal suo ingresso tramite grandi balaustre e le prime note del titolo Metto la mano dentrola truculenta dama annuncia il colore della sua voce un po’ rauca: “Sono sempre stata una donna che sistema le cose, per il mio piacere e il mio profitto: mobili, bouquet, affari di cuore. » Oltre agli affari mondani, Dolly è lì per affrontare una sfida importante: trovare una moglie adatta per il mercante di grano Horace Vandergelder, “vecchio ragazzo scontroso” che lei stessa sogna segretamente di sposare.
Cliché assunto con gioia
In un vortice di abiti di crinolina e redingote colorate, parasoli con volant e cappelli piumati, Dolly e i suoi accoliti, 8 cantanti e 17 ballerini, vibrano al ritmo dei diversi intrighi amorosi. E portateci, tra saloon e negozi, in un’atmosfera divertente e gioiosa. Lo spettacolo soddisfa tutti i requisiti dell’immaginario della commedia musicale, con numeri di tip tap, danze acrobatiche, incomprensioni e scene comiche dal sapore vaudeville.
La trama, ispirata all’opera teatrale Il sensale di Thornton Wilder, a volte suona un po’ semplice e stereotipato, come quando evoca il presunto ruolo delle donne, “in cucina, nelle faccende domestiche” secondo il ricco Orazio. Esasperato, il luogo comune viene però assunto e sottilmente sventato quando si capisce che sono proprio le dame a condurre la danza, in senso letterale e figurato.
Oltre all’energia vorticosa della coreografia, cosa sarebbe? Ciao, Dolly! senza punteggio e titoli? Che piacere vibrare al ritmo dell’omonimo pezzo, composto da Jerry Hermann e accompagnato sul palco da un’orchestra diretta da Nigel Lilley. Un successo globale interpretato in una versione jazz di New Orleans da Louis Armstrong, Ciao, Dolly! è stato poi cantato dalle famose voci americane di Judy Garland, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra… In totale, il titolo conta 350 registrazioni in 22 lingue. Ma non offuscare gli altri 13 inni, evidenziati dalla potenza vocale operistica e jazzistica di Caroline O’Connor.
Interpretato dai più grandi
Dopo 42esima strada al Théâtre du Châtelet e Ragazza divertente al Théâtre Marigny, il regista e coreografo americano Stephen Mear si aggiunge alla lunga schiera di artisti che hanno colto «Carrello». Dopo il successo del “musical” a Broadway nel 1964, che le valse 10 Tony Awards (che premiano le performance dal vivo oltreoceano), la formidabile sensale è stata infatti interpretata numerose volte sul palco o al cinema dalle dive Carole Channing, Barbara Streisand e Bette Midler, e a Parigi da Annie Cordy e Nicole Croisille.
«Carrello» è quindi l’occasione, per Jean-Luc Choplin, direttore da due anni del nuovo Théâtre du Lido, di continuare il suo inventario di commedie cult, pur rispettando l’intimità della sua sala di cabaret: “Il DNA del nuovo Lido da un anno è il teatro musicale nella sua versione originale. Dopo Cabaret di John Kander, È successa una cosa divertente mentre andavo al forum di Stephen Sondheim, Ciao, Dolly! di Jerry Herman era inevitabile. » Ci rallegriamo mentre ascoltiamo la superba Dolly che fa risuonare queste ultime parole: “Aprite le braccia per me, ragazzi. Dolly non se ne andrà mai più. »
Ciao, Dolly!, in versione originale con sottotitoli al Théâtre du Lido, fino al 5 gennaio 2025, da 25 € a 95 €.