Pubblicato il 15 novembre 2024 alle 17:38
La Procura finanziaria nazionale ha chiesto un processo davanti al tribunale penale, in particolare per “corruzione” e “spaccio di influenza” contro il ministro della Cultura Rachida Dati e l'ex capo della Renault-Nissan, Carlos Ghosn.
L'ipotesi era possibile ma lungi dall'essere confermata. Ma è questo lo scenario più complicato per Rachida Dati, attuale ministra della Cultura, arrestata in tribunale: la Procura nazionale delle finanze (PNF) ha sporto denuncia contro di lei, così come contro l'ex capo del gruppo automobilistico Renault -Nissan Carlos Ghosn, un processo davanti al tribunale penale soprattutto per “corruzione” e “patto d'influenza”. La decisione risale a mercoledì 13 novembre ma è stata annunciata venerdì 15 novembre dallo stesso ministero.
I due imputati contestano le accuse in un caso giudiziario indagato dal 2019 a Parigi e con pesanti questioni politiche di attualità, essendo Rachida Dati una delle figure principali del governo di Michel Barnier.
I fatti contestati a Rachida Dati
La ministra della Cultura è sospettata di aver ricevuto 900.000 euro dalla RNBV, filiale dell'alleanza Renault-Nissan, senza compenso per lavoro reale, tra il 2010 e il 2012. All'epoca era avvocato ed eurodeputata (2009-2019). Non sappiamo a cosa sarebbe servita questa somma ma il PNF sospetta che l'eletto nonché Carlos Ghosn l'abbia utilizzata per nascondere attività di lobbying al Parlamento europeo.
Nel dettaglio, la Procura finanziaria ha confermato di aver chiesto il rinvio a giudizio contro Rachida Dati per “occultamento di abuso di potere” e “violazione della fiducia”, “corruzione” e “carico di influenza passiva da parte di persona investita di mandato pubblico elettivo all'interno di un'organizzazione internazionale” , quest'ultimo essendo quindi il Parlamento europeo.
Cosa risponde il ministro
“Un atto d’accusa è solo il punto di vista dell’accusa su un caso. Non riflette la realtà”, hanno risposto all’AFP gli avvocati di Rachida Dati. Il ministro della Cultura, che è stato anche ministro della Giustizia sotto Nicolas Sarkozy – tra il 2007 e il 2009 – ritiene questi fatti particolarmente prescritti. Lei ha già moltiplicato i ricorsi in questa direzione per porre fine al procedimento. Invano.
Carlos Ghosn è nel mirino di un mandato d'arresto internazionale dall'aprile 2023. Rischia un processo per “abuso di potere da parte di un amministratore, abuso di fiducia, corruzione e traffico di influenza attiva”, in un caso in cui la società Renault si è costituita parte civile. L’ex boss, arrestato alla fine del 2018 in Giappone, è fuggito dal Paese e ha trovato rifugio in Libano nel 2019.
La decisione finale sull'avvio di un eventuale processo spetta ai gip incaricati del caso, il PNF precisa che è ancora allo studio un ricorso dinanzi alla sezione istruttoria della Corte d'appello di Parigi.