La Corte d’Appello annulla la condanna di 30.000 dollari inflitta a un padre per alienazione genitoriale

La Corte d’Appello annulla la condanna di 30.000 dollari inflitta a un padre per alienazione genitoriale
La Corte d’Appello annulla la condanna di 30.000 dollari inflitta a un padre per alienazione genitoriale
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Il padre condannato a pagare 30mila dollari all’ex compagna per “alienazione genitoriale” ha vinto la causa davanti alla Corte d’Appello, che ha annullato la sentenza ritenendolo responsabile. La Corte Suprema del Quebec sottolinea che tali azioni di responsabilità civile relative all’esercizio della potestà genitoriale avranno successo solo in situazioni “eccezionali e inequivocabili”.

Bisogna evitare che la responsabilità civile diventi uno strumento “per vigilare, o addirittura regolamentare, l’arte di essere genitore”, scrive la Corte sotto la penna del giudice Benoît Moore, che cerca così di regolamentare, o addirittura limitare, il ricorso per colpa dell’alienazione genitoriale.

Nel 2022 un giudice condannò il padre a risarcire tale somma a titolo di risarcimento danni, ritenendo che avesse contribuito a distruggere il rapporto che la sua ex compagna aveva con il figlio. Il giudice Élise Poisson, della Corte Superiore, ha stabilito che il padre aveva alimentato il risentimento del ragazzo nei confronti della madre e che aveva “creato un conflitto di lealtà che aveva portato alla rottura dei legami” tra loro.

L’uomo aveva contestato questa richiesta finanziaria della madre del bambino: riteneva che lei fosse l’unica responsabile della situazione, in particolare a causa del rigido quadro che imponeva a casa.

Una volta condannato a pagare 30.000 dollari, fece appello contro la decisione del giudice Poisson, che probabilmente aveva concesso per la prima volta in Quebec un risarcimento danni per alienazione genitoriale.

Il caso è importante, e il suo interesse va ben oltre quello dei genitori in questione, insiste il giudice Moore: “Solleva complesse questioni sociali di primaria importanza, mettendo in discussione la delicata questione del posto e del ruolo della legge sulla responsabilità civile nella relazioni familiari. »

Nella sua sentenza, la Corte d’appello ricorda che, anche se “i bambini sono le prime vittime di una dinamica familiare disfunzionale”, la legge del Quebec non esclude il ricorso per responsabilità civile di un genitore contro l’altro. Tale ricorso è, tuttavia, “condannato ad essere eccezionale e riservato solo a situazioni senza uscita”.

Per riuscirci occorre che sia stata commessa una colpa, ha scritto la Corte, precisando che l’onere della prova per individuare un genitore colpevole è “molto elevato” e spesso richiederà competenza – assente nel caso di specie.

Tale difetto si manifesterà con “gesti e osservazioni generalmente numerosi e sistematici che si verificano nel tempo e dai quali si evince l’esistenza di una strategia volta, senza giustificato motivo, a influenzare la percezione che il bambino ha dell’altro genitore , in via permanente a priori, alla rottura di qualsiasi rapporto”, definisce la Corte.

Una volta accertata la colpa, occorre dimostrare che tale colpa del genitore “ad esclusione di ogni altra causa” ha causato la rottura. In breve, tali azioni di risarcimento danni avranno successo solo in casi molto rari, avverte la Corte.

Il che non è un male, continua: “L’azione di responsabilità civile, come abbiamo visto, è lungi dall’essere il rimedio ideale a una dinamica familiare disfunzionale, perché molto spesso avrà l’effetto non di migliorarla, ma di renderla è peggio. »

Nel caso di questa famiglia, le prove presentate sono state valutate erroneamente dal giudice Poisson, sentenzia la Corte, che non vede alcuna colpa commessa dal padre.

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