Dieci giorni dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i dati rivelano una vittoria chiara ma sfumata di Donald Trump, che mette in discussione il futuro dei partiti americani tradizionali. Jordan Davis ne discute con il politologo Antoine Yoshinaka.
Di fronte a Kamala Harris gravata dall’impopolarità del governo Biden, Donald Trump si afferma meno come figura repubblicana che come figura anti-establishment. Una tendenza che riflette una società americana alla ricerca di senso, allontanandosi dai partiti tradizionali.
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La vera questione per le elezioni di medio termine sarà la capacità dei repubblicani di mobilitare un elettorato più fedele a Donald Trump che al partito
Tra una coalizione democratica minata e un elettorato americano che ancora una volta favorisce l’outsider repubblicano, l’elezione di Donald Trump fornisce informazioni sia sulle pratiche di voto sempre più ibride degli americani, sia sullo stato di “una società americana plurale in cerca di significato e che sembra rifuggire i due grandi partiti storici.
I democratici, però, dovrebbero rivedere completamente la loro strategia dopo questa sconfitta? Le risposte in questo 65° episodio di “Democracy!
“Democracy! Démocratie!”, episodio 65, scritto da Jordan Davis, diretto da Jean Berset e prodotto da Magali Philip. Associata alla produzione Cindy Saugy.
Prossima puntata venerdì 29 novembre.