Una nuova legge per privare della nazionalità chi critica Israele? Perché è fuorviante?

Una nuova legge per privare della nazionalità chi critica Israele? Perché è fuorviante?
Una nuova legge per privare della nazionalità chi critica Israele? Perché è fuorviante?
-

“Ultime notizie: la Germania ha adottato una nuova risoluzione volta a sanzionare le critiche rivolte a Israele con la revoca della cittadinanza. » È questa l’affermazione che leggiamo da giorni in pubblicazioni condivise da diversi autorevoli esponenti.

Ecco ad esempio un post su X dei media “red. “, vista più di un milione di volte, indica (in inglese) che questa nuova risoluzione mira a “qualificare le critiche rivolte a Israele come ‘antisemitismo’ e sanzionare i trasgressori” e “nei casi più gravi, punire revocando la cittadinanza. Altre pubblicazioni sono ancora più categoriche, affermando che la Germania “priverà la cittadinanza di coloro che si scopriranno aver criticato Israele”.

Sui social network diverse pubblicazioni indicano che le critiche rivolte a Israele verrebbero ora punite con la perdita della cittadinanza tedesca.– Schermate

FALSO

Queste affermazioni sono inesatte. “Allo stato attuale, non è stata approvata alcuna disposizione che consenta a una persona di vedersi revocata la nazionalità tedesca a causa di attività ritenute antisemite”, spiega Bénédicte Laumond, docente di scienze politiche e specialista in Germania. Trovano sicuramente la loro fonte in diverse notizie recenti sulla lotta all’antisemitismo che sono state oggetto di controversia.

La scorsa settimana, l’adozione di una risoluzione controversa

Giovedì 7 novembre la camera bassa del parlamento tedesco ha votato a favore di una risoluzione volta a “proteggere, preservare e rafforzare la vita ebraica in Germania”. Questo testo (qui in tedesco), che affronta una serie di progetti per aumentare l’arsenale repressivo, si distingue per la definizione di antisemitismo che adotta. «Il Bundestag [assemblée parlementaire] riafferma la sua decisione di garantire che nessuna organizzazione o progetto che diffonda l’antisemitismo, metta in discussione il diritto di esistere di Israele, chieda il boicottaggio di Israele o sostenga attivamente il movimento BDS [Boycott Désinvestissement Sanctions, contre la colonisation israélienne] non essere finanziato”, si legge nella risoluzione.

«Elle [la résolution] è controverso a causa della definizione di antisemitismo (basata su quella dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto [IHRA]): questa definizione è giudicata troppo vaga da importanti ricercatori» spiega Aurore Gaillet, professoressa di diritto pubblico all’Università di Toulouse Capitole e specialista in diritto tedesco. La definizione di antisemitismo dell’IHRA, riconosciuta dalla Francia nel 2019, include l’antisionismo.

“La risoluzione parla della necessità di adottare misure repressive più ampie contro l’antisemitismo. Tra i settori evidenziati, il diritto d’asilo o la legislazione legata all’acquisizione della nazionalità tedesca», sostiene Bénédicte Laumond. “Viene sollevata la questione della nazionalità, ma al momento non c’è nulla di concreto”, aggiunge Aurore Gaillet, “Il contenuto della mozione non è giuridicamente vincolante, ma potrebbe avere un impatto politico”.

La questione dell’antisemitismo integrata nelle richieste di asilo

La voce trova sicuramente origine anche nelle nuove norme sulla naturalizzazione in vigore da giugno 2024. Queste ultime ora includono esplicitamente la questione dell’antisemitismo come motivo per respingere una richiesta di cittadinanza e assumono l’impegno di “proteggere la vita ebraica” condizione.

Quando questa legge entrò in vigore, numerosi media, soprattutto francesi, annunciarono che il riconoscimento del “diritto di esistere di Israele” era ormai una condizione necessaria per acquisire la nazionalità tedesca. Questa lettura è stata qualificata da diversi media tedeschi come The Local, che indica che “non c’è parte del processo di richiesta della cittadinanza tedesca secondo la nuova legge in cui il richiedente deve dichiarare verbalmente o firmare un documento che riconosce il diritto di Israele ad esistere.

Tuttavia, come riportato in un articolo della Deutsche Welle, il media di servizio pubblico tedesco, mettere in discussione il diritto di esistere di Israele potrebbe essere considerato “un atteggiamento antisemita”. [et donc constituer un obstacle à la naturalisation] se ciò fosse giustificato “dall’affermazione che l’esistenza dello Stato di Israele è un’impresa razzista”, come previsto nella definizione dell’IHRA, che funge da riferimento per il governo federale. » Da notare l’eccezione del Land Sassonia-Anhalt, che richiede esplicitamente il diritto di esistere di Israele come condizione per la naturalizzazione.

Discussioni sulla decadenza dei cittadini con doppia cittadinanza colpevoli di antisemitismo

Nessuna di queste due misure prevede quindi concretamente la perdita della nazionalità per attività ritenute antisemite. Ma come riporta la stampa tedesca, questa misura è oggetto di discussioni oltre Reno. La rivista Messa a fuoco in ottobre sono emersi i disaccordi tra ministri di diversi Länder sulla questione della revoca della cittadinanza tedesca ai cittadini con doppia cittadinanza che hanno commesso crimini antisemiti.

“Un sondaggio condotto da FOCUS tra i ministeri competenti dei 16 Länder federali ha mostrato che la Baviera, la Sassonia, il Nord Reno-Westfalia, lo Schleswig-Holstein, l’Assia e la Renania-Palatinato sono aperti a un cambiamento in questo senso del diritto sulla nazionalità. ” scrive la rivista.

-

PREV Un gol all’anno e Vinicius vuole il Pallone d’Oro
NEXT Partendo da una dependance, l’incendio si è propagato a due edifici dell’Aveyron