In un contesto unico e con uno Stade de France quasi vuoto, la squadra francese ha prodotto una prestazione disastrosa (0-0). Ma la qualificazione ai quarti di finale della Società delle Nazioni è assicurata…
Allo Stade de France
In definitiva, l’opinione pubblica ha avuto ragione a evitare questa situazione Francia-Israele. Soprattutto non si è fatto mancare nulla, tranne un patetico spettacolo di Blues presi in prestito, senza idee e incapaci di battere l’81esima selezione mondiale (0-0). Se l’essenziale si è realizzato – ancora felicemente – con la qualificazione ai quarti di finale della Società delle Nazioni, il magro pubblico dello Stade de France (16.611 spettatori) non ha avuto quasi nulla da mangiare. Tra misure di sicurezza ultra-rafforzate intorno alla partita, una partita di bassa qualità, pochi incidenti tranne l’inizio di una rissa che si è calmata rapidamente nel primo tempo, la serata sarà presto dimenticata. Domenica la Francia sfiderà l’Italia con l’idea di mostrare un altro volto.
Tanto vale dirlo subito, il primo atto è stato indegno della Francia. Una selezione sclerotica, una partita troppo accademica ed elementi non all’altezza per cercare di emozionare e risvegliare un cupo Stade de France. Gli azzurri, per quarantacinque minuti, si sono mostrati fiaccati, deludenti e incapaci di risvegliare dal torpore lo scarno pubblico venuto a sfidare un contesto che li incoraggiava a restare a casa. Di fronte ad un avversario molto debole e desideroso di non ripetere lo stesso tiro al volo di Budapest il mese scorso (1-4), la banda di Deschamps non ha fatto nulla per entusiasmare il primo atto.
Una squadra francese letargica, un allenatore poco ispirato
Colpa anche dell’allenatore, con una composizione della squadra non abbastanza offensiva, e in particolare questa questione intorno al posizionamento di Warren Zaire Emery, posizionato al numero 10… cosa che non è. In difficoltà con il ritorno in partita, quasi mai ritrovato nelle zone di lancio, il PSG Titi ha vissuto un calvario sul prato dionisiaco. In sua difesa nessuno lo ha aiutato, come Olise, Barcola e nemmeno Kanté-Camavinga e gli amorfi terzini. Di fronte ad un avversario del genere, il (scarso) pubblico avrebbe potuto essere premiato con un po’ di follia in più. Non è successo.
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Tre occasioni da mettere sotto i denti… Troppo poche per i Blues
Quello che seguì fu appena più divertente in uno Stade de France che giovedì sera sembrava uno stadio municipale. L’unico momento in cui il pubblico ha potuto scaldarsi un po’, su due tiri dalla distanza di Camavinga, un’occasione da gol sprecata di Zaire Emery a fine partita (76°) e un colpo di testa di Thuram (90+2°), così come come un colpo di Nkunku (90+6°). È troppo poco quando ci chiamiamo squadra francese e avanziamo al rango di vicecampioni del mondo. Di fronte a questo letargo collettivo, l’allenatore, che si è rivelato più loquace a bordo campo, ha provato a svegliare tutti con gli allenamenti dopo l’ora (ingressi in gioco di Rabiot, Nkunku, Coman, Thuram…). Non ha fatto nulla. Non era sera.
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Una finale da giocare contro l’Italia nonostante tutto
Infine, i Blues si sono collegati al contesto di questa partita. Cupo e insapore. Con questo pareggio (0-0) viene convalidata la qualificazione ai quarti di finale della Nations League. Per quanto riguarda i contenuti e le emozioni, bisognerà riparlarne. Senza creatività, senza rischi e con una partita troppo accademica, i compagni di N’Golo Kanté, capitano per una sera, erano dolorosi da guardare. L’operazione di ricostruzione, con l’assenza di Mbappé e il ritiro di Griezmann, si preannuncia come l’immenso progetto delle settimane e dei mesi a venire. Questo va bene, domenica a Milano contro l’Italia, vittoriosa sul Belgio (1-0), giovedì sera gli azzurri hanno l’occasione di giocarsi il primo posto nel girone. Si dovrà offrire molto di più per chiudere il 2024.