Dopo lo scioglimento, i Ventisette attendono spiegazioni da Macron

Dopo lo scioglimento, i Ventisette attendono spiegazioni da Macron
Dopo lo scioglimento, i Ventisette attendono spiegazioni da Macron
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Una settimana dopo le elezioni europee segnate da un’impennata delle forze di estrema destra nei paesi fondatori dell’UE, i capi di Stato e di governo dei Ventisette si incontreranno questo lunedì sera a Bruxelles per valutarne le implicazioni.

Emmanuel Macron è particolarmente atteso a questa cena informale. “I leader porranno molte domande al presidente francese sull’impatto dello scioglimento dell’Assemblea nazionale sulla politica interna e sulla linea europea della Francia”, ha detto uno dei diplomatici che hanno preparato l’incontro.

Dinamica dell’Unione

Il presidente francese dovrebbe spiegare ai suoi omologhi che il metodo di voto per le elezioni legislative è molto diverso da quello delle elezioni europee. L’altezza della posta in gioco dovrebbe anche portare ad una partecipazione maggiore il 30 giugno rispetto al 9 giugno (51,5%).

I partner della Francia sono particolarmente attenti agli sviluppi in Francia, la seconda economia dell’UE e in gran parte la sua “scatola delle idee”. Una politica europea ostacolata dalla Francia avrebbe un effetto radicale sulla dinamica dell’Unione.

Tanto più che Olaf Scholz, dall’altra parte del Reno, è indebolito anche dal punteggio dell’SPD (13,9%), la cui coalizione tripartita raccoglie poco più voti della Democrazia Cristiana.

Meloni e Tusk rinforzati

Al contrario, Donald Tusk, tornato al potere a Varsavia lo scorso dicembre, è uscito confortato dalle elezioni europee. La sua Piattaforma Civica ha battuto il partito nazionalista Diritto e Giustizia e invierà a Bruxelles la seconda delegazione del gruppo PPE (conservatore), subito dietro la CDU tedesca.

Anche Giorgia Meloni è rafforzata dal successo di Fratelli d’Italia, che formerà la prima delegazione del gruppo euroscettico ECR al Parlamento europeo. Quest’ultimo sta reclutando deputati non affiliati e potrebbe diventare la terza forza nell’emiciclo.

Sabato, al termine del G7 ospitato in Puglia, il presidente del Consiglio italiano ha espresso la speranza che “l’Europa comprenda il messaggio che arriva dai cittadini europei”. Secondo lei, “chiedono pragmatismo, un approccio meno ideologico su diverse grandi questioni”, alludendo a due grandi questioni della scorsa legislatura: il Green Deal europeo e la questione migratoria.

Flessibilità

Nella prima parte della cena, i leader notano innanzitutto che, con circa 400 deputati, la maggioranza uscente del Parlamento europeo tra conservatori, centristi e socialisti, conserva un numero di seggi sufficiente per mantenersi nella decima legislatura.

Poi si discuterà necessariamente dell’attuazione del Green Deal, questo insieme di una sessantina di testi che organizzano la decarbonizzazione dell’economia europea. Non è ancora realmente applicata, ma sta già provocando il rifiuto in molti settori della società. “Sarà necessaria flessibilità”, assicura un diplomatico.

Per quanto riguarda la politica migratoria, a maggio l’UE ha adottato, con dolore, un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. “Ma non risolve tutti i problemi”, indica lo stesso diplomatico, per il quale “dovremo continuare a costruire su queste basi”.

Commerciale politico

Infine, si prevede che i leader discuteranno della politica commerciale dell’Ue e dell’atteggiamento da assumere nei confronti di Pechino, a seguito della decisione della Commissione di imporre nuovi dazi doganali sui veicoli elettrici cinesi. Xi Jinping chiaramente non intende cambiare il suo modello economico né ridurre l’eccesso di capacità industriale, che costringe l’Europa a proteggersi.

Una volta conclusi questi dibattiti, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione candidata per un secondo mandato, dovrebbe lasciare l’aula per consentire ai leader di affrontare la questione delle posizioni chiave per il prossimo ciclo.

Calendario

Sembra essere emerso un consenso per rinominare Ursula von der Leyen e Roberta Metsola rispettivamente a capo della Commissione e del Parlamento. L’ex primo ministro portoghese assumerebbe la presidenza del Consiglio europeo e il primo ministro estone Kaja Kallas guiderebbe la diplomazia europea.

La maggior parte dei leader vuole agire rapidamente, in un contesto politico molto turbolento, con le elezioni nel Regno Unito a luglio e negli Stati Uniti a novembre. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ritiene però che sarebbe meglio attendere il secondo turno delle elezioni legislative francesi, il 7 luglio.

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