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Dopo aver già dovuto tagliare il proprio personale all’inizio dell’anno, il prestigioso JPL, responsabile in particolare delle missioni rover su altri pianeti, ha annunciato martedì 12 novembre 325 nuovi tagli di posti di lavoro.
Il Jet Propulsion Laboratory della NASA sta attraversando un momento difficile. Responsabile delle più importanti missioni spaziali del sistema solare – e in particolare di tutti i rover che hanno messo piede sul suolo marziano – il “JPL” ha annunciato martedì 12 novembre il licenziamento di circa il 5% dei suoi dipendenti, ovvero 325 persone . Un colpo tanto più duro in quanto si tratta della seconda ondata di ridimensionamenti dell’anno, visto che già a febbraio erano stati licenziati 530 dipendenti e 40 contrattisti.
Creato nel 1936 da appassionati che stavano lavorando ai primi motori a razzo, il JPL fu richiesto per la prima volta dall’esercito americano durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il laboratorio permise poi di mettere in orbita il primo satellite artificiale degli Stati Uniti (Explorer 1) all’inizio del 1958, costruendo sia il satellite che gli stadi superiori del razzo e organizzando il follow-up dopo il decollo. Abbastanza per acquisire un ruolo pionieristico essenziale nel settore spaziale in forte espansione. Il JPL venne aggregato alla neonata agenzia spaziale americana, la NASA, nel 1958, e quest’ultima da allora ha continuato a contare sui suoi ingegneri per ampliare le frontiere dell’esplorazione umana.
Negli anni ’60, il Jet Propulsion Laboratory sviluppò le sonde Surveyor che completarono con successo i primi allunaggi morbidi, poi le sonde Mariner per sorvolare Marte e Venere… Inviò
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