È più precisamente l’iniziativa di valorizzazione della calce idrata acquacatalizzata (CHAC) per usi agricoli sostenibili ad essere valsa un premio alla multinazionale australiana. Rio Tinto ha infatti collaborato negli ultimi mesi con Viridis Environnement, un’azienda di Montérégie, con l’obiettivo di riciclare questo sottoprodotto delle sue attività a Saguenay, al fine di evitare la sua costosa discarica e il suo impatto ambientale.
Il progetto consisteva nell’umidificare il CHAC da utilizzare come agente calcinante in agricoltura, riducendo così l’acquisto di calce naturale da parte degli agricoltori. Da quando il processo è entrato in funzione, 6.556 tonnellate di sottoprodotti sono state idratate e 5.170 tonnellate di CHAC sono già state riciclate da Viridis Environnement con 13 agricoltori della regione.
Écotech Québec stima che il 50% dei residui di calce sia stato risparmiato dalla discarica dall’avvio del progetto. La tecnologia progettata da Viridis Environnement ha consentito a Rio Tinto di espandere il proprio portafoglio di prodotti e penetrare in un nuovo mercato, ovvero il riciclaggio agricolo.
Oltre ai benefici ambientali apportati dal progetto, è stato creato anche un posto di lavoro a tempo pieno presso Éco-Luzerne, un’azienda Jeanne coinvolta nel processo di idratazione della calce. Inoltre, lo stabilimento di Éco-Lucerne, che funzionava solo quattro mesi all’anno durante la raccolta dell’erba medica, ora funziona 12 mesi all’anno, abbiamo potuto apprendere sulla pagina di sintesi del progetto fornita da Écotech Québec.
Lo sapevate? Il CHAC è ricco di zolfo, un oligoelemento importante per la sintesi proteica e la resa dell’erba medica, e i produttori che utilizzano il CHAC non hanno bisogno di aggiungere zolfo alla fertilizzazione dell’erba medica.
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