L’OPEC riduce le previsioni sulla domanda per il 2024 e il 2025, i prezzi continuano a pesare

L’OPEC riduce le previsioni sulla domanda per il 2024 e il 2025, i prezzi continuano a pesare
L’OPEC riduce le previsioni sulla domanda per il 2024 e il 2025, i prezzi continuano a pesare
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I prezzi del petrolio non sono più in grado di riprendersi. Il rapporto dell’OPEC sulle prospettive della domanda globale di oro nero non ha stimolato i prezzi. Infatti, anche se questa organizzazione prevede una crescita della domanda, questa sarà meno significativa di quella prevista il mese scorso.

Questo mercoledì, 13 novembre, un barile di Brent del Mare del Nord è quotato a 72,53 dollari. Per quanto riguarda il suo equivalente americano, il West Texas Intermediate (WTI), viene venduto a 68,377 dollari al barile. Il petrolio sta quindi attraversando una brutta fase. Gli investitori delusi dal piano di ripresa economica della Cina lo sono ancora di più dopo la pubblicazione, questo martedì, del rapporto mensile dell’OPEC sulla domanda globale di petrolio.

Infatti, nel suo rapporto, anche se l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio prevede una crescita della domanda di oro nero nel 2024 e nel 2025, questa domanda sarà leggermente in calo rispetto alla stima precedente.

Nel dettaglio, il rapporto dell’organizzazione indica che la domanda globale sarà pari a 104,03 milioni di barili al giorno nel 2024, dopo i 102,21 del 2023. Per il 2025, l’Opec prevede un consumo globale di 105,57 milioni di barili al giorno. Nel suo rapporto precedente, il cartello petrolifero aveva previsto un consumo globale di 104,14 mb/g. Si tratta di un calo di 107.000 barili al giorno.

La domanda di petrolio crescerà meno del previsto il mese scorso

Va detto che questa crescita è trainata soprattutto dai paesi non-OCSE, per quasi 1,7 mb/g, in primis Cina, ma anche Medio Oriente, India e America Latina. Per l’anno 2025, anche la crescita della domanda globale di oro nero viene rivista leggermente al ribasso di 103.000 barili al giorno rispetto all’ultima valutazione, per raggiungere 1,5 mb/g. Questa crescita sarà trainata anche dai paesi non-OCSE e sostenuta dai viaggi aerei, dalla mobilità stradale, dall’industria o dall’edilizia, secondo il rapporto dell’OPEC che sottolinea che “questo piccolo aggiustamento è dovuto principalmente all’aggiornamento dei dati per il 1°, 2° e 3° trimestri del 2024”.

Dal lato dell’offerta, la produzione di petrolio greggio dell’OPEC e dei suoi alleati è aumentata di 0,21 mb/g nel mese di ottobre su base mensile, con una media di circa 40,34 mb/g. Ricordiamo che all’inizio di questo mese Algeria, Arabia Saudita, Russia, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan e Oman hanno annunciato un’estensione dei tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre. Una decisione che ha relativamente rallentato il crollo del prezzo del petrolio.

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