Galatea Bellugi: come è riuscita ad affermarsi come una delle migliori attrici della sua generazione?

Galatea Bellugi: come è riuscita ad affermarsi come una delle migliori attrici della sua generazione?
Galatea Bellugi: come è riuscita ad affermarsi come una delle migliori attrici della sua generazione?
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Galatea Bellugi impone un talento tanto quanto un fascino incantevole. Sul suo viso, e poi anche nella sua voce, si irradia questo fascino. Dettagli di luce che da appassionati di cinema non potremmo fare a meno di notare. L’attrice franco-italiana è apparsa in tre film l’anno scorso: La figlia di Albino Rodrigue Di Cristina Dory, La passione di Dodin Bouffant Di Trần Anh Hùng E Cane della rottura Di Jean-Baptiste Durandche le è valso una nomination al César della migliore attrice non protagonista all’inizio del 2024. Se il trofeo fosse assegnato alla sua controparte Adèle Exarchopoulos, la giovane attrice si considera già una vincitrice. Con speranza e riconoscimenti da vendere, è diventata protagonista di alcuni nuovi film, tra cui Gloria! il primo lungometraggio del regista e musicista Margherita Vicarioattualmente lo guardo al cinema.

©Nour Films

Il fascino di Galatea Bellugi

Nato da padre italiano e madre danese, Galatea Bellugi è cresciuto nel mondo della commedia senza sognare di farne parte. “Quando ero piccolo pensavo che il cinema fosse solo un gioco”, ci confida quando le chiediamo dei suoi ricordi d’infanzia. Si unisce alla troupe del Théâtre du Soleil d’Ariane Mnouchkine, dove lavorava il padre attore, e ha mosso i primi passi sul palco all’età di 6 anni. Ha continuato gli studi e ha intrapreso anche studi internazionali, a Montreal e poi a Copenaghen. “All’epoca mi dissi che sarebbe stato bello poter continuare a fare cinema imparando a conoscere la vita al di fuori del settore”, spiega. “Ero in un’università un po’ insolita, dove il lavoro di gruppo veniva ampiamente enfatizzato. Mi ha permesso di scambiare, discutere e sviluppare una visione critica del mondo. Ho potuto costruire le mie idee. In particolare, ho seguito corsi sull’analisi del discorso che mi hanno insegnato a pormi delle domande. Questo è soprattutto ciò che offre l’Università: uno spazio dove porsi delle domande. È utile nel cinema come nella vita in generale”. Ma Galatea torna alla commedia grazie alla sorella, Alba Gaiache è per lei una vera fonte di ispirazione: “Quando l’ho visto giocare 3xManone [une mini-série télévisée française de Jean-Xavier de Lestrade, ndlr], già qualche anno fa, era incredibile. L’ho vista in un’altra vita, attraverso un altro personaggio. Mi sono detto che mi sarebbe piaciuto farlo anch’io”.

Nel 2018, Galatea Bellugi tocca il pubblico francese grazie al suo ruolo insolito L’apparizione Di Saverio Giannoli, che le è valso una nomination al César come attrice più promettente. Più tardi, entra definitivamente nei nostri cuori interpretando la controfigura giovanile diEva Ionesco In Una giovinezza d’oro. A 26 anni, Galatea Bellugi è una delle grandi promesse del cinema francese ed europeo, poiché accetta anche colonne sonore italiane. La prima volta è per il resto ragazzo invisibile Di Gabriele Salvatores. Il secondo è dentro Amandaun film sensibile e irresistibilmente assurdo del regista Carolina Cavalli. L’ultimo è dentro Gloria!, dove interpreta Teresa, una giovane donna che trasforma il mondo che la circonda in una musica gioiosa, unificante e sorprendentemente moderna per l’epoca. La storia, infatti, è ambientata nel XVIII secolo, presso l’Istituto Sant’Ignazio di Venezia. Sorta di convento per musicisti orfani, l’istituzione confina le giovani donne agli ordini della maestra di cappella Perlina. Mentre il Papa si prepara a visitarli, gli viene affidata la commissione di un concerto eccezionale. Di fronte alla pressione e alla mancanza di ispirazione, si è affrettato a trasferire la sua esasperazione sui musicisti, che avrebbero raddoppiato la loro creatività per concedersi quel poco di libertà alla loro portata.

Dall’amore dei primi film

Ciò che affascina Galatea Bellugi In Gloria!, è il desiderio di portare il messaggio del suo direttore. Come molti attori, questo è spesso ciò che la porta ad accettare un ruolo. Attraverso il suo film, cosa cerca di dirci il regista? Qual è stata la forza che lo ha portato a scrivere la sua opera? Per Margherita Vicario, si tratta di ripercorrere la storia di compositori italiani ed europei dimenticati, e in particolare delle ragazze del coro degli orfanotrofi di Venezia, per ripensare il posto delle donne nella musica. Autrice, compositrice e interprete lei stessa, ha avuto cura di creare un ambizioso primo lungometraggio, attingendo tanto al repertorio dei film d’epoca quanto a quello fantasy. Soprattutto le piace immaginare sequenze come scene di teatro, dove la musica si mescola al canto e alla danza delle sue attrici, tutte pronte a formare questo gruppo di sorelle unite e a calarsi nei panni di eccellenti musiciste. Oltretutto, Margherita Vicario ha co-firmato la colonna sonora originale, molto dinamica e francamente deliziosa Gloria!. “Ancora oggi le donne che scrivono la loro musica sono molto meno conosciute degli uomini. Basta aprire Spotify per vederlo. E sfortunatamente non è solo nella musica che lo vediamo. È nella scienza, nel cinema e in tanti campi diversi. Ci sono tante donne che sono state messe da parte”spiegare Galatea Bellugi. Lei aggiunge: Margherita ci ha spiegato le ragioni per cui stava realizzando questo film. Ha portato un’altra dinamica alla squadra perché tutti volevamo difendere profondamente ciò che stavamo facendo”.

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