È morta a 80 anni la cantante francese Françoise Hardy

È morta a 80 anni la cantante francese Françoise Hardy
È morta a 80 anni la cantante francese Françoise Hardy
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“La mamma se n’è andata…”, ha scritto semplicemente il musicista Thomas Dutronc, poco prima di mezzanotte, ora di Parigi, dove è morta Françoise Hardy, accompagnando il suo messaggio con una foto del suo viso da bambina, fissato dallo sguardo tenero di sua madre. L’autore, compositore ed interprete, la cui influenza ha oltrepassato i confini del mondo francofono, è morto martedì all’età di 80 anni.

La foto è in bianco e nero, ma con un po’ di fantasia riconosciamo il blu acciaio delle pupille di questa donna che farà innamorare Bob Dylan, Mick Jagger e David Bowie. Nell’autunno del 1967 pubblicò il suo settimo album La mia giovinezza se ne va…, voltando pagina sugli anni yé-yé a cui è stata associata come per caso. Un incidente che porta il titolo di Tutti i ragazzi e le ragazze, testo e musica firmati di sua mano, pubblicati nel 1962: con due milioni di copie vendute, la musicista diciottenne divenne una star, brillando però di uno splendore diverso dalle Sheila, Sylvie Vartan o France Gall, che frequentava negli anni elenco premi.

“Sì, ma vado solo / Per le strade, con l’anima addolorata / Sì, ma vado solo / Perché nessuno mi ama. » Strofe sorprendenti che illustrano il paradosso di questo cantante che, nel mezzo della follia anni Sessanta, mostra una malinconia che definirà il suo lavoro e la sua arte, e ancora meglio dopo aver voltato pagina yé-yé.

La canzone del titolo del superbo Come dirti addio (canzone adattata dall’inglese da Gainsbourg, 1968) segna questo cambiamento stilistico, mentre tra alcune delle sue composizioni, copre un successo di Joan Baez (Lì ma per fortuna / Dove va la fortuna?), Amano di Gainsbourg, non c’è amore felice d’Aragona e Susannae di Leonard Cohen – e di nuovo l’anno successivo, questa volta in inglese nel testo, nel suo terzo album in lingua inglese Uno-Nove-Sette-Zero. Qualche anno dopo, l’incontro con il compositore Michel Berger, mentre era incinta di Thomas, generò un altro picco nella sua discografia, Messaggio personale (1973).

Il suo tono di voce chiaro, calmo, limpido, che la distingueva dai colleghi degli anni yé-yé, ha contribuito, tanto quanto la sua penna, a far risaltare il suo lavoro nel tempo e nelle mode, esercitando la sua influenza sulle canzoni pop di Étienne Daho (che hanno registrato insieme) così come quella dei britannici Stereolab (solo per citarne alcuni), la cui leader Laetitia Sadier ha spesso dimostrato il suo affetto per la musica di Hardy.

“Credo che questo sia il tema principale [de mon oeuvre]è sempre un po’ come un amore impossibile – in ogni caso le difficoltà, il dolore, in cui ti mettono i tuoi sentimenti”, ha dichiarato a BFMTV dopo la pubblicazione del suo 28e e l’ultimo album, Nessun altro, pubblicato nel 2018.

Era al momento della creazione di La mia giovinezza se ne va… che la sua strada incrocia quella di Jacques Dutronc, che lo interessa più delle star del rock britannico e americano: la loro unione sarà fertile anche in canzoni memorabili, parodie I ragazzi (1966) all’indimenticabile Visto che stai partendo per un viaggio, la canzone che suggellò la loro rottura nel 1990, precedentemente eseguita da Mireille e Jean Sablon.

Un primo cancro dichiarato nel 2004 non ha impedito a Françoise Hardy di proporre nuove canzoni, ma la malattia era tenace. Affetto da un cancro alla laringe, il musicista era quasi scomparso dalla vita pubblica cinque anni fa. Lo scorso dicembre ha preso posizione nel dibattito sulla morte assistita in Francia dichiarando alla rivista Partita di Parigi l’augurio di poter “partire presto e velocemente, senza troppi disagi, come l’impossibilità di respirare”.

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