Come si evolverà il fronte di guerra tra Israele e Hezbollah, con Donald Trump che entrerà in carica tra due mesi? Difficile dirlo, visti gli annunci e le dichiarazioni dei funzionari israeliani nelle ultime 48 ore diffusi dal quotidiano britannico Il Guardiano.
A terra, “l’esercito israeliano continua a bombardare località nel sud del Libano e nella Bekaa”, a est, così come nella periferia sud di Beirut, regioni in cui è radicato Hezbollah. Il partito sciita “continua la sua attività”, continuando a lanciare razzi nel nord di Israele, da dove furono evacuati circa 60.000 israeliani.
Recentemente, domenica, il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi ha dichiarato di approvare “l’estensione dell’operazione di terra nel sud del Libano” come parte della sua offensiva in corso dal 23 settembre. Tuttavia, lo ha dichiarato l’11 novembre il nuovo ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar “qualche progresso” era stato raggiunto nei negoziati per il cessate il fuoco, in particolare grazie alla mediazione degli Stati Uniti.
Pressioni per un cessate il fuoco
“Tra la tregua e la guerra, il Libano vacilla”, titolo il sito libanese Ecco Beirut, che considera i segnali non necessariamente contraddittori, ritenendo che Israele stia aumentando la pressione militare sul “partito di Dio” in vista di un cessate il fuoco a suo vantaggio.
Da parte sua, la stampa dell’ISR
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