storia della folle giornata dei repubblicani al Senato

storia della folle giornata dei repubblicani al Senato
storia della folle giornata dei repubblicani al Senato
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Secondo Bruno Retailleau, il gruppo LR del Senato ha vissuto questo martedì “un momento eccezionale”. Erano da poco passate le 10 quando sono emerse le prime voci di un accordo sigillato tra i repubblicani e il Raggruppamento Nazionale per le elezioni legislative di fine mese. I senatori vengono colti di sorpresa. Il presidente del gruppo, Bruno Retailleau, lo ha confermato poche ore dopo: durante il suo colloquio con Éric Ciotti, lunedì alle 17,30 nell’ufficio di Gérard Larcher, alla presenza di François-Xavier Bellamy e Annie Genevard, questa opzione non era mai stata messa in discussione tavolo.
“Un accordo con la RN significa la morte dei repubblicani”, dice Olivier Paccaud, senatore affine alla LR. “Servono chiarimenti immediati altrimenti è partenza immediata. Per quanto mi riguarda, sono cresciuto nella scuola chiraquiana, e quella era una linea rossa invalicabile. Ci penso già da tempo…” avverte la senatrice di Yvelines, Sophie Primas. Farà il suo discorso qualche ora dopo annunciando su X la sua partenza da LR, sarà seguita in questo movimento da Jean-François Husson, relatore generale della commissione finanze. “Perché dovrei lasciare la festa? Se Éric Ciotti vuole fare un accordo con la RN, è lui che deve andarsene», risponde Pascale Gruny, senatrice e presidente della federazione dell’Aisne.

“Non ha senso definire il RN come di estrema destra quando non mette in discussione le nostre basi democratiche”

Ma a metà mattinata l’accordo con la Rn non è ancora stato confermato e alcuni eletti, in attesa della posizione del gruppo al Senato, si sono mostrati franchi. «Con la RN è possibile lavorare ad esempio su temi come la semplificazione delle norme, il recupero crediti, ecc. Ciò che conta sono le idee. Non ha senso definire la RN come di estrema destra se non mette in discussione le nostre basi democratiche», confida un eletto. “Quando vediamo che la sinistra si sta unendo, credo che anche noi dobbiamo fare sforzi per impedire che il gruppo LFI arrivi al potere”, aggiunge un altro senatore.

“Non sosterrò i candidati LR che si uniranno al Raduno Nazionale”

Punti di vista che i due senatori devono aver visibilmente smorzato nel corso della riunione del gruppo, perché Bruno Retailleau lo ha ripetuto più volte nel corso della giornata: “All’unanimità non è mancata una sola voce, non una sola astensione, i senatori del mio gruppo si sono espressi in favore di questa linea di autonomia e indipendenza, l’unica capace di preservare ciò che siamo, per dare ai francesi una vera alternativa”. Interrogato sul suo voto al termine della riunione, il senatore sopra citato sembra non essere d’accordo. “Abbiamo il dovere di proporre un progetto ai francesi, a me non interessano gli accordi sulle infrastrutture”, sfugge.

Ma per Sophie Primas i senatori della LR favorevoli ad un’alleanza con la RN si contano sulle dita di una mano. Stéphane Piednoir, senatore e presidente della federazione Maine et Loire, indica che presenterà in ogni collegio elettorale del suo dipartimento candidati la cui linea è chiara: una destra governativa, una destra repubblicana. Il corpus della RN si basa sull’odio verso gli altri”, afferma precisando di rifiutarsi di scegliere tra un candidato della LFI e un candidato della RN nell’ipotesi di un duello al secondo turno.
L’esitazione regna davanti alla Sala Medici dove evidentemente nessun senatore ha avuto conferma di ciò che Éric Ciotti annuncerà nel telegiornale delle 13 di TF1. “Sono su una linea coerente con i miei valori, rifiutando qualsiasi unione dei diritti. Non appoggerò i candidati LR che aderiranno al Raggruppamento Nazionale”, insiste Dominique Estrosi Sassone, presidente della Commissione Affari Economici del Senato.

Anche Jacqueline Eustache-Brinio, senatrice della Val d’Oise, nota per le sue posizioni dure sull’immigrazione e il rispetto della laicità, non perde la pazienza. “Sono soddisfatto della posizione adottata dal gruppo. Se Éric Ciotti annuncia un accordo con la RN, è a suo nome. Faccio parte dell’ufficio politico, sono membro del gabinetto ombra del partito e non sono stato informato. Éric Ciotti avrà ovviamente difficoltà a farsi rieleggere nel suo collegio elettorale, ma questo non ci riguarda”.
“Un episodio che raramente ho visto in politica, quello del leader che tradisce la propria famiglia politica”
In TF1, il capo di LR dichiara che il suo partito “ha bisogno di un’alleanza […] con il Raduno Nazionale. Afferma che “il Paese non è mai stato così a destra” e auspica che “tutti i deputati uscenti della LR si alleino con la RN per preservare un gruppo potente nell’Assemblea nazionale”.
Fu poi immediatamente ripudiato pubblicamente dai vertici della sua formazione. Il leader dei deputati della LR, Olivier Marleix, Laurent Wauquiez, Gérard Larcher e numerosi senatori chiedono la sua partenza dalla presidenza del partito. Nel corso di una conferenza stampa, Bruno Retailleau ha denunciato “la menzogna” del deputato uscente “senza dubbio per uno scopo personale nei confronti di Nizza”. “Tutto questo è stato accuratamente camuffato, è slealtà, è mancanza di rettitudine”. “Abbiamo appena assistito a un episodio che raramente ho visto in politica, quello del leader che tradisce la propria famiglia politica”.

Ma rimuovere Éric Ciotti dalla carica di presidente di LR si preannuncia complicato. Interrogati sulle possibilità offerte dallo statuto del partito, intervengono diversi eletti, che preferiscono discutere una questione più urgente, quella delle investiture dei candidati LR. Domani si riunirà il comitato per le nomine. È presieduto dalla deputata uscente, anch’essa delle Alpi Marittime, Michèle Tabarot e da tre vicepresidenti, il senatore Roger Karoutchi, il deputato uscente Patrick Hetzel e l’eurodeputata Nadine Morano. “Con Roger Karoutchi e Patrick Hetzel condividiamo tutti e tre le stesse convinzioni”, ha affermato Bruno Retailleau al termine della sua conferenza stampa.

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