Il ministro degli Esteri israeliano ha parlato lunedì di “alcuni progressi” verso un cessate il fuoco in Libano, una prospettiva che il suo collega della Difesa ha poi escluso prima della capitolazione del gruppo terroristico islamico Hezbollah.
“Ci sono alcuni progressi”, ha detto Gideon Saar, quando gli è stato chiesto delle prospettive di una simile tregua. “Stiamo lavorando sull’argomento con gli americani”, ha aggiunto durante una conferenza stampa a Gerusalemme.
Tuttavia, ha subordinato il cessate il fuoco al soddisfacimento delle richieste israeliane, vale a dire che “Hezbollah (non possa) più armarsi” e che il gruppo terroristico sciita venga respinto a una buona distanza dal confine israelo-libanese.
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Da parte sua, il ministro della Difesa Israel Katz, poche ore dopo, ha escluso una tregua fino alla “capitolazione” di Hezbollah.
“Non ci sarà alcun cessate il fuoco e non ci sarà alcuna pausa negli attacchi contro Hezbollah”, ha detto, rivolgendosi, per la prima volta da quando è entrato in carica, davanti allo stato maggiore dell’esercito israeliano.
Ma se verrà proposto un accordo di cessate il fuoco “che significhi la capitolazione di Hezbollah (e) il rispetto di tutte le nostre condizioni (…), lo prenderemo sicuramente in considerazione molto seriamente”, ha aggiunto.
Il Ministro degli Esteri Gideon Saar (a destra) e il Ministro della Difesa Israel Katz al Ministero degli Esteri a Gerusalemme il 10 novembre 2024. (Yonatan Sindel/Flash90)
A metà settembre l’esercito israeliano ha lanciato una grande offensiva militare contro il movimento libanese alleato dell’Iran.
Nei mesi precedenti gli scontri al confine tra Israele e Libano erano quasi quotidiani.
Hezbollah ha affermato che sta aprendo un “fronte di sostegno” in solidarietà con i palestinesi nella Striscia di Gaza, oggi devastata dalla campagna di rappresaglie militari lanciata da Israele in risposta all’attacco senza precedenti perpetrato sul suo territorio da Hamas il 7 ottobre 2023.
Per Saar, in caso di tregua, “la sfida principale sarà far rispettare ciò che è stato concordato”.
Il governo israeliano ripete ripetutamente che non ha fiducia nell’attuazione di un simile accordo da parte delle Nazioni Unite, e diversi alti funzionari israeliani hanno chiesto a Israele di mantenere piena libertà d’azione in Libano in futuro per far rispettare le sue condizioni.
Dall’inizio degli scontri tra Hezbollah e l’esercito israeliano, più di un anno fa, decine di migliaia di residenti, sia in Libano che in Israele, sono stati costretti a lasciare le proprie case.
Hanno avuto luogo diversi tentativi di mediazione tra Israele e Libano, incluso tramite negli Stati Uniti e in Francia, ma nessuno di essi venne realizzato.
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