Leader arabi e musulmani condannano il “genocidio” commesso da Israele nella Striscia di Gaza

Leader arabi e musulmani condannano il “genocidio” commesso da Israele nella Striscia di Gaza
Leader arabi e musulmani condannano il “genocidio” commesso da Israele nella Striscia di Gaza
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Al termine del vertice svoltosi lunedì in Arabia Saudita sulla situazione in Medio Oriente, i leader dei paesi arabi e musulmani hanno denunciato la “pulizia etnica” portata avanti da Israele a Gaza.

I leader dei paesi arabi e musulmani hanno condannato questo lunedì, 11 novembre, il “genocidio” e i “crimini orribili e scioccanti” dell'esercito israeliano a Gaza, dopo un vertice in Arabia Saudita dedicato alla situazione in Medio Oriente. All'incontro sono stati invitati i 22 paesi della Lega Araba e i cinquanta stati uniti nell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica.

I partecipanti al vertice hanno “condannato fermamente” le azioni dell'esercito israeliano, descritte come “un crimine di genocidio (…) soprattutto nel nord della Striscia di Gaza nelle ultime settimane”, denunciando torture, esecuzioni, sparizioni e “pulizia etnica”, secondo il comunicato finale dell'incontro.

I leader regionali chiedono di “vietare i trasferimenti di armi a Israele”

I leader di questi paesi hanno sottolineato anche gli “attacchi” commessi dall'IDF contro le Nazioni Unite, in particolare nel sud del Libano dove l'UNIFIL (Forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano) è stata presa di mira in più occasioni.

Hanno espresso la loro “condanna per i continui attacchi delle autorità israeliane e dei loro rappresentanti contro l'ONU e il suo Segretario generale”, citando in particolare le restrizioni imposte ai funzionari che cercano di accedere al “territorio dello Stato di Palestina”.

Un altro punto affrontato dai leader riuniti in Arabia Saudita, riguarda i trasferimenti di armi allo Stato ebraico, chiedendo di “vietare l’esportazione o il trasferimento di armi e munizioni a Israele”. Lo scorso ottobre, Emmanuel Macron si era espresso a favore del blocco delle consegne di armi utilizzate da Israele a Gaza, affermando che “non combattiamo contro i terroristi sacrificando una popolazione”.

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