La proposta del Ministro della Salute di tassare i prodotti zuccherati ha suscitato accese polemiche. Questa nuova tassa potrebbe portare entrate per le casse dello Stato e contribuire al problema della salute pubblica, ma scatena la rabbia degli operatori del settore agroalimentare.
Potrebbe una tassa sui prodotti dolci vedere la luce?-Jacob-Medien-pixabay
Una misura di bilancio e sanitaria
In un’intervista a La Tribune, Geneviève Darrieussecq, ministro della Salute, si è detta favorevole alla tassazione dei prodotti trasformati ad alto contenuto di zucchero venduti nei supermercati. Questa misura di bilancio fa parte della legge finanziaria sulla previdenza sociale 2025 e fa parte degli emendamenti al bilancio della previdenza sociale convalidati dal Comitato per gli affari sociali. La tassa potrebbe fruttare, secondo il ministro del Bilancio, qualche centinaio di milioni di euro. Viene presentata come necessaria dal punto di vista finanziario, ma anche sanitario, per ridurre la piaga dell’obesità che, in 30 anni, è raddoppiata e quadruplicata tra i giovani tra i 18 e i 25 anni. Il problema del sovrappeso e dell’obesità colpisce 8 milioni di francesi, ognuno dei quali consuma 65 litri di bevande zuccherate all’anno. Attualmente i clienti dei supermercati pagano già una tassa sui prodotti zuccherati, che ammonta da 10 a 20 centesimi a seconda della quantità di zucchero contenuta nel prodotto. La prima “soda tax” è stata infatti introdotta nel 2012, seguita nel 2018 da una seconda sui prodotti dolciari. Nel 2023 queste tasse hanno fruttato quasi 450 milioni di euro.
Una minaccia per l’industria agroalimentare
Il provvedimento ha scatenato una forte ostilità tra gli operatori del settore agroalimentare e alcune proteste all’interno dell’esecutivo. La ministra dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Annie Genevard, è quindi preoccupata per le ripercussioni sul settore agroalimentare francese che, secondo lei, deve già lottare per difendere la propria competitività su scala internazionale. Le lobby agroalimentari, fortemente contrarie a questa decisione, hanno accolto con favore la posizione del ministro. Dicono di essere pronti a continuare gli sforzi per sostenere le questioni di salute pubblica, ma dubitano dell’efficacia della tassazione sui prodotti zuccherati. Il sindacato delle bevande analcoliche, che rappresenta il commercio delle bibite gassate, evidenzia le conseguenze sul potere d’acquisto dei francesi e gli effetti negativi sull’industria leader francese, il settore agroalimentare. Di fronte al malcontento, il ministro della Salute ha infine rivisto la sua copia optando per una tassazione limitata alle bibite e alle bevande ad alto contenuto di zucchero (limonate, bevande fruttate, ecc.) nonché alle birre aromatizzate di produzione industriale. Per altri prodotti, ha ricordato ai produttori la loro responsabilità, suggerendo loro di trovare soluzioni alternative per modificare le ricette dei loro prodotti, opzione incoraggiata anche dal Regno Unito. Devi sapere che negli Stati Uniti una tassa simile ha fatto aumentare i prezzi di quasi il 33%, ma ha contribuito a ridurre nella stessa proporzione il consumo di prodotti zuccherati. Sembra, secondo un economista dell’INRAE (Istituto nazionale di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente), che un aumento inferiore al 20% abbia uno scarso impatto sul comportamento dei consumatori.