“Ti ammazzo, conosco il tuo indirizzo”: processato per aver minacciato di morte via SMS l'ex compagno, detenuto rilasciato con il beneficio del dubbio

“Ti ammazzo, conosco il tuo indirizzo”: processato per aver minacciato di morte via SMS l'ex compagno, detenuto rilasciato con il beneficio del dubbio
“Ti ammazzo, conosco il tuo indirizzo”: processato per aver minacciato di morte via SMS l'ex compagno, detenuto rilasciato con il beneficio del dubbio
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La vittima, residente ora nella regione di Lione, aveva designato il suo ex compagno, detenuto a Villeneuve-lès-Maguelone, come autore di questo messaggio e di altre telefonate malevole. Tuttavia, il tribunale ha ritenuto che rimanessero dubbi sull'attribuirli all'imputato.

“Questa volta ti ammazzo. Conosco bene il tuo indirizzo. Troverò qualcuno che ti ucciderà con un coltello”. Agghiacciante, questo SMS ricevuto lo scorso marzo dall'ex compagna di un uomo detenuto nel carcere di Villeneuve-lès-Maguelone. Per questo messaggio, ma anche per diverse chiamate malevole, la giovane, ora residente nella regione di Lione, ha sporto denuncia. L'indagine rivela che ogni volta la linea telefonica attiva un relè vicino al centro penitenziario dell'Hérault.

L'indagato nega categoricamente

Ma durante la custodia della polizia, il sospettato nega apertamente i fatti. Secondo lui, il suo ex compagno conosce altre persone incarcerate nello stabilimento, che potrebbero essere all'origine di questi contatti telefonici. Mercoledì 6 novembre, all'udienza del tribunale penale, l'imputato è rimasto su questa linea. “No, non l'ho contattata. Ha ricominciato la sua vita. Perché dovrei chiamarla?”dichiara l'uomo di 31 anni, condannato nel 2023 per minaccia di morte e violenza contro la stessa donna che in questo caso si è costituita parte civile.

“È ancora terrorizzata.”

L'avvocato di quest'ultima ricorda gli episodi di violenza subiti in passato dalla sua cliente, da parte del compagno: percosse, tentato strangolamento. “Lei è ancora terrorizzata e prende molto sul serio le minacce del gentiluomo”. Chiede 3.000 euro di risarcimento danni per la giovane a titolo di danno morale. Il pubblico ministero, Marco Scuccimarra, chiede dodici mesi di reclusione e la parziale confusione della pena con quella che sta attualmente scontando l'imputato.

Ma per l'avvocato difensore “Manca un elemento oggettivo cruciale per dimostrare che il (suo) cliente è l'autore delle telefonate. Inoltre, non poteva conoscere l'indirizzo della signora.” Chiede alla corte di valutare se dispone di prove sufficienti per ritenere colpevole l'imputato.

Argomentazione ascoltata dal tribunale, presieduto da Julie Marot, che ha assolto il trentenne con il beneficio del dubbio. A suo parere, se le telefonate sono state probabilmente effettuate dal carcere di Villeneuve-lès-Maguelone, resta l'incertezza sulla loro attribuibilità formale all'imputato.

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