“Non l’ho mai fatto”: scagionato 46 anni dopo i presunti fatti, Claude Paquin assapora finalmente la libertà

“Non l’ho mai fatto”: scagionato 46 anni dopo i presunti fatti, Claude Paquin assapora finalmente la libertà
“Non l’ho mai fatto”: scagionato 46 anni dopo i presunti fatti, Claude Paquin assapora finalmente la libertà
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Un quebecchese di 82 anni, appena scagionato dall’accusa di un duplice omicidio mai commesso, può finalmente guardare al futuro senza vincoli, 46 anni dopo i presunti fatti.

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Il giorno dopo essere stato assolto dal duplice omicidio di Ronald Bourgouin e Sylvie Revah nel 1978, Claude Paquin ha parlato con Mario Dumont alla radio QUB alle 99.5 FM della saga che dura dal giugno 1978.

“Sono stato condannato nel 1983 per due omicidi che non ho mai commesso”, ha detto senza mezzi termini l’uomo che ha trascorso 18 anni dietro le sbarre prima di essere rilasciato con condizioni.

Per più di 20 anni dopo il suo rilascio dal carcere, ha dovuto rispettare rigide condizioni che limitavano fortemente i suoi movimenti.

“Io non[avais] nessun diritto di andare oltre i 50 chilometri da Montreal se stavo andando da qualche parte […] Io non[avais] nessun diritto ad alcun passaporto”, spiega colui che finalmente riconquista la sua piena libertà.

A 92 anni, Claude Paquin può finalmente guardare al futuro senza vincoli, anche se i suoi progetti restano modesti: “forse ad un certo punto farò un viaggio con la mia famiglia”, osa sognare.

Nel corso degli anni, la sua frustrazione per la sua situazione svanì. “I primi anni ero disgustato […] E nel corso degli anni ho imparato a essere meno ribelle e poi a essere più positivo. Questo è ciò che mi ha portato oggi a liberarmi”, confida il signor Paquin.

Progetto Innocenza Quebec

Se il signor Paquin è stato assolto, è grazie all’Innocence Quebec Project, un’organizzazione che difende volontariamente i diritti delle persone che rivendicano la propria innocenza nonostante la condanna.

Un avvocato dell’organizzazione si interessò al suo caso intorno al 2008. “Lei guardò il mio fascicolo, poi mi disse successivamente, qualche settimana dopo, che era interessata a vedere il mio fascicolo [de manière] più avanzato”, ricorda.

Oggi, la sua gratitudine verso coloro che volontariamente lo hanno aiutato a superare tutto questo è palpabile. “Erano loro che lavoravano per me. Non lo dimentico, quelle persone”, sottolinea, includendo nei suoi ringraziamenti “gli studenti, tutte quelle persone che hanno lavorato al mio dossier”.

*Questo testo, generato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, è stato rivisto e convalidato dal nostro team sulla base di un’intervista realizzata presso QUB.

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