L’oro cerca di recuperare le perdite prima della decisione della Fed, dopo i forti ribassi legati alla vittoria elettorale di Trump.
Continuano le turbolenze sui mercati sulla scia delle elezioni presidenziali americane, che hanno aumentato la volatilità. La vittoria di Trump sembra complicare il compito della Fed, anche se la decisione di oggi difficilmente riserverà sorprese. Tuttavia, un netto cambiamento nella comunicazione della Fed rispetto alla riunione di settembre potrebbe indicare una reazione ai risultati elettorali, anche se il mercato aveva già espresso la necessità di rallentare i tagli dei tassi. Che impatto potrebbe avere la decisione della Fed sui principali mercati? La Fed adotterà un approccio più cauto nei confronti dei futuri tagli dei tassi?
Il calo dei tassi è certo. Quale sarà il prossimo passo?
Secondo i futures sui tassi d’interesse statunitensi, la probabilità di un taglio oggi è stimata al 99,8%, mentre per dicembre è prevista una riduzione al 73,6%. Il mese scorso, il mercato stava valutando la stessa possibilità di un taglio o di un mantenimento del tasso a dicembre. L’elezione di Donald Trump non ha cambiato significativamente le previsioni per quest’anno, ma ha leggermente ridotto quelle per il prossimo anno. Nella riunione di settembre era previsto un taglio cumulativo di 200 punti base entro settembre del prossimo anno. Attualmente si prevedono meno di 100 punti base.
Fonte: Bloomberg Finance LP, XTB
La forte crescita economica nel terzo trimestre ha suggerito che la Fed non sarebbe stata costretta a tagli aggressivi dei tassi. Al contrario, il deludente rapporto NFP di ottobre ha mostrato una crescita di soli 12.000 posti di lavoro. Sebbene il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti affermi che questi dati sono in qualche modo distorti dagli uragani, alcuni membri della Fed, probabilmente incluso Powell, saranno più preoccupati per il mercato del lavoro, il che potrebbe giustificare la continuazione dei tagli dei tassi, almeno per il momento.
D’altro canto, alcuni membri avrebbero voluto una riduzione di soli 25 punti base a settembre. Ora, con la possibilità di previsioni di inflazione più elevate, alcuni di loro potrebbero prendere in considerazione la sospensione dei tagli a dicembre o all’inizio del prossimo anno.
Le previsioni di dicembre sono cruciali
La probabilità di un taglio dei tassi a dicembre è attualmente elevata, ma le previsioni economiche per il prossimo anno potrebbero modificare questa prospettiva. La Federal Reserve dovrà tenere conto dell’agenda economica di Trump, comprese le tariffe sui prodotti esteri. Secondo Janet Yellen, un aumento del deficit pari all’1% del PIL in dieci anni fa aumentare il tasso di interesse neutrale di 30-40 punti base. In teoria, ciò potrebbe indurre un numero maggiore di membri della Fed a prendere in considerazione un tasso neutrale più elevato a dicembre. Attualmente, le aspettative dei membri della Fed sono ampiamente disperse. È importante notare che questi fattori influenzano i rendimenti di mercato a lungo termine, limitando potenzialmente il potenziale di crescita economica. Queste considerazioni però riguardano i mesi di dicembre e gennaio. Per ora, Powell cercherà probabilmente di convincere i suoi colleghi della Fed che i tagli dei tassi sono necessari per sostenere il mercato del lavoro.
Tassi di interesse e rendimenti negli Stati Uniti. Fonte: Bloomberg Finance LP, XTB
Come reagirà il mercato?
I risultati delle elezioni presidenziali americane di ieri e il rally di oggi stanno influenzando fortemente il mercato attuale. Le reazioni sono previste alle 20 e dopo le 20,30 durante la conferenza stampa di Jerome Powell. Se Powell manterrà la sua precedente comunicazione, sottolineando la necessità di tagli dei tassi a causa dell’indebolimento del mercato del lavoro, il dollaro potrebbe scendere, il rimbalzo dell’oro e i mercati azionari riceveranno ulteriore sostegno. Al contrario, se Powell affrontasse l’impatto delle politiche di Trump sulle aspettative di inflazione e sui rendimenti, ciò potrebbe indicare che la Fed sta ora prendendo in considerazione la futura politica fiscale. Ciò potrebbe limitare i tagli dei tassi previsti, che sarebbero favorevoli per il dollaro, sfavorevoli per l’oro nel breve termine e negativi per gli indici azionari. È importante notare che un ulteriore aumento del deficit statunitense è molto positivo per l’oro nel lungo termine.
Recentemente si prevedeva un tasso del 3,0% per giugno, mentre ora è quasi al 4%. Fonte: Bloomberg Finance LP, XTB
L’oro limita le perdite di ieri e oggi rimbalza dalla media a 50 periodi. Se la Fed manterrà le sue attuali comunicazioni, oggi è possibile un rimbalzo verso i 2.700 dollari, livello al quale si trova la media su 25 periodi. D’altro canto, le speculazioni della Fed su una ripresa inflazionistica il prossimo anno potrebbero riportare l’oro a circa 2.650 dollari l’oncia. Fonte: xStation5
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